
Lo 'squadrone’ Pascucci: Gianluca (quarto da destra, con la maglietta bianca) insieme a sua moglie Antonella (in braccio ha il neonato Emanuele), gli altri dieci figli e i due nipoti
Bologna, 21 luglio 2025 – Sono undici e sembra una squadra di calcio. Ci sono pure due... riserve. Ma qui il campo in realtà non c’entra nulla, perché si parla di figli, mica di calciatori. E le due riserve sono i nipoti, a loro volta figli del figlio più grande del protagonista di questa storia.
E lui, il protagonista, si chiama Gianluca Pascucci, ha 55 anni, è uno psicoterapeuta romagnolo di nascita (fino ai 19 anni ha vissuto fra Riccione, Rimini e Forlì) e bolognese d’adozione: ha appena festeggiato l’arrivo di Emanuele, undicesimo erede, nato il 12 luglio.
Undici figli (quattro con la prima moglie, sette con la seconda): chiamala, se vuoi, incoscienza? "No, non è incoscienza – risponde convinto Pascucci –, ma fede nella vita. Lo coscienza serve il pensiero e non lo comanda. C’è un domani se c’è l’oggi".
In un’Italia che fa fatica solo a immaginare due figli, la sua è una storia che sorprende, incuriosisce, divide. Un mezzo record: nella vita moderna, con ritmi forsennati, stipendi compressi e case sempre più piccole, una famiglia così è eccezione. E per certi versi rivoluzione.
La prima domanda viene spontanea: ma come si fa a vivere con undici figli? Intuiamo che c’è un cocktail di regole, organizzazione e amore. E poi c’entra la fede, c’entra Dio.
"Credo in questa vita e in chi la genera. Per me è fondamentale l’ordine verso il rispetto reciproco – racconta Gianluca –, la massima soddisfazione è concepire il padre della vita come maestro, amico e fratello delle esigenze del cuore umano".
Gli undici figli sono dieci maschi e una femmina. Gli ultimi sette sono stati partoriti da Antonella, oggi sua compagna di vita. Vivono in nove in una grande casa in piazza San Martino, a Bologna. "Ma durante il Covid siamo stati tutti insieme, anche con gli altri figli, in via Turati per tre anni – racconta –. Oggi alcuni figli grandi vivono per conto loro, ma sempre vicino".
La casa? Quattro camere da letto, due bagni. "La giornata è piena, ma non caotica – spiega –. Io porto i bambini a scuola, seguo i miei pazienti, faccio la spesa. Mia moglie, friulana, è la colonna: cura la casa con pazienza e tanto amore". E come si mantiene una famiglia così? "Con attenzione – risponde –, evitiamo sprechi, mangiamo sano: poca carne, pochi dolci, bibite solo in occasioni speciali. Una volta alla settimana, il sabato, andiamo a mangiare in pizzeria o nel locale gestito da mia figlia Maria Sofia. Le vacanze? In camper, così risparmiamo e scopriamo nuovi luoghi insieme".
Torniamo alla prima parola che ti passa per la mente quando leggi una storia: incoscienza. Sarà anche un pregiudizio ma ti scatta quasi inevitabile. ma Pascucci non molla: "Oggi ci si scandalizza per chi fa tanti figli, ma è il contrario: ogni figlio è un’occasione per crescere, imparare, vivere meglio" dice il super papà e nonno.
"Ogni figlio è una ricchezza, porta qualcosa di unico. Io imparo molto da loro. Hanno un pensiero critico elastico, conclusivo. È la prova che se oggi si costruisce bene, il domani esiste davvero".
E i figli? Ecco Maria Sole, l’unica donna: "A casa nostra non ci si annoia mai: poco fa in cinque ci siamo messi a scrivere una canzone e il testo l’abbiamo completato in un lampo. Trionfa la creatività. E poi, nella ruotine quotidiana, anche chi ha 10, 12 o 16 anni va a fare la spesa, apparecchia la tavola, cucina. C’è sempre qualcosa da fare. Le dico una cosa: è bellissimo vivere con dieci fratelli!"
Ma ci fermiamo qui adesso? Qualche... sana precauzione no? Lo psicologo ti blocca. "Mai usate precauzioni. La vita è un dono, non una pretesa". E quindi? "Ho solo una femmina... Io e mia moglie ne vorremmo un’altra".