REDAZIONE CESENA

Industria e servizi rallentano. Tiene l’occupazione, ma l’export continua a calare

Indagine di Confindustria sulle aziende romagnole: molti indicatori restano positivi ma in un clima generale di incertezza. Persiste la difficoltà di reperimento della manodopera .

Il presidente Roberto Bozzi

Il presidente Roberto Bozzi

Preoccupano il dato negativo delle esportazioni e il possibile effetto dei dazi, per il resto gli indicatori dell’economia romagnola si cofermano positivi, sia pure con una tendenza al rallentamento. E’ il quadro sintetico che emerge quanto scaturisce dalla rilevazione tra le aziende romagnole condotto nel mese di gennaio dal Centro Studi di Confindustria Romagna. Il campione di aziende rappresenta i settori di manifattura e servizi, resta fuori l’edilizia.

"Nella seconda metà dell’anno scorso abbiamo rilevato in particolare una buona tenuta dell’occupazione e del mercato interno, che compensa la performance appannata dell’export, con parti invertite rispetto a inizio 2024 – riassume il presidente di Confindustria Romagna, Roberto Bozzi - Ora fronteggiamo nuove incognite, prima su tutte l’ombra dei dazi: c’è preoccupazione, ma allo stesso tempo fiducia e speranza per un dialogo tra Unione Europea e Stati Uniti, che per la Romagna rappresentano il terzo mercato di sbocco dopo Francia e Germania in settori chiave come la meccanica, la plastica, l’alimentare e la chimica". Per i dazi annunciati da Trump, non certo positivi per l’industria romagnola, la speranza è che ci sia spazio di trattativa.

Scendendo nello specifico dell’analisi, Confindustria segnala che "sebbene i principali indicatori economici siano ancora di segno positivo (produzione +2,2%, fatturato complessivo +2,4% mercato interno +2,5%, fatturato estero -0,5%, occupazione +3,5%) persistono difficoltà e incertezze che mettono alla prova la tenuta di alcuni, mentre altri continuano a registrare performance molto positive". Gli ordini risultano in aumento per il 44% dei rispondenti, stazionari per il 28% e in diminuzione per il 27%. Gli ordini esteri sono stazionari per il 58%, in aumento per il 23% e in diminuzione per il 19%. I dati sul costo delle materie prime rilevano stazionarietà per il 61% del campione, in aumento per il 37% e in diminuzione solo per il 2%. La giacenza è in aumento per 19% del campione, stazionaria per il 63% e in diminuzione per il 18%.

Passando alle previsioni per il primo semestre 2025, Confindustria non vede un calo di fiducia tra le aziende. La produzione viene prevista in aumento dal 37% delle imprese rispondenti, stazionaria dal 60% e solo il 3% degli imprenditori prevede una diminuzione. Per quanto riguarda gli ordini: il 59% delle aziende si attende una stazionarietà, il 30% un aumento e l’11% una diminuzione. Con riferimento agli ordini esteri: per il 53% saranno stazionari, per il 33% in aumento e per il 14% in diminuzione. P Le previsioni sull’occupazione sono stazionarie per il 72% del campione, un’azienda su tre segnala ancora grosse difficoltà nel reperimento di manodopera.

re.ce.