di Luca
Ravaglia
La lunga notte cesenate, tra pioggia, silenzi e attese. In un’atmosfera surreale che rievocava le paure del maggio del 2023, la parola che meglio racconta il momento, è ‘silenzio’. Niente sirene, niente rumore di mezzi al lavoro, niente voci gridate. Perché nella lunga notte tra il 18 e il 19 settembre, nel cuore dell’allerta rossa che aveva avvolto la Romagna, il fiume Savio ha retto. Si era partiti alla sera, alle 21, col sindaco Enzo Lattuca davanti alle telecamere dei suoi canali social, a esortare chi abita vicino alle rive ad allontanare le auto e a evitare categoricamente di frequentare i seminterrati.
Le auto delle forze dell’ordine circolavano diffondendo lo stesso messaggio, così come le piattaforme virtuali, app ‘Io’ compresa. "Ci sarà la piena – annunciava il primo cittadino – ma non sappiamo ancora di quale portata. Ci risentiamo a mezzanotte. Intanto, prudenza". Mezzanotte è arrivata, insieme ai dati sui livelli dell’acqua lungo tutto il percorso dei fiumi, riversati sui computer della sede della protezione civile. Lattuca si è preso ancora mezzora, prima di riapparire in video, stanco, ma con buone notizie. Che non potevano significare il ‘liberi tutti’, e che per questo dovevano essere dosate con cautela. "Pare che ce la facciamo. I livelli scendono, i nostri corsi d’acqua reggono. Dobbiamo resistere fino a mezzogiorno. Andate a dormire, ci risentiamo in mattinata. Ci dovessero essere emergenze ci penseremo noi a svegliarvi, in tempo. E non andate al fiume. Se volete, controllate in diretta sul sito dell’Arpae, è tutto molto chiaro". In effetti lungo il Savio di notte non c’era praticamente nessuno. C’era giusto qualche persona, senza soluzione di continuità, con l’ombrello per ripararsi dalla pioggia comunque battente e gli occhi fissi verso il buio dell’acqua che correva veloce, alzandosi sotto le arcate del Ponte Nuovo. Salendo, ma non tanto da innescare il panico. Pochi esseri umani e pochissimi veicoli, soprattutto lungo le strade martoriate dall’alluvione dello scorso anno. Via ex Tiro a Segno era deserta. Mentre le mezz’ore passavano, il buio si illuminava ciclicamente coi lampeggianti azzurri delle forze dell’ordine che pattugliavano la zona. Lampeggianti, non sirene o megafoni. Perché la città meritava di continuare a dormire.
L’altra zona particolarmente esposta al rischio era la frazione di Ronta, che già negli ultimi due giorni aveva visto via Fornasaccia allagarsi due volte, così come numerosi garage delle abitazioni limitrofe. A Ronta nel 2023 fu un inferno. Anche per questo i residenti avevano giocato d’anticipo, spostando le auto in luoghi più sicuri. Come il cavalcavia all’ingresso del borgo, per esempio. Qualche grossa pozzanghera, qualche alta onda d’acqua al passare delle vetture in transito. Acquaplaning e prudenza. E poi basta. Per fortuna. Nel cuore della notte, quando si avvicinava lo scoccare delle tre, la speranza ha cominciato a guadagnare importante terreno. Quel terreno che questa volta l’acqua non è riuscita a prendersi. Eccoci. E’ già il 19 settembre, la piena c’è stata. Magari il peggio è passato. Magari questa volta Cesena è salva.