L’alluvione sotto la lente. Cambio di strategia: via gli alberi dai fiumi

Un documento del novembre scorso presentato da Mauro Mazzotti (Comitato alluvionati) all’incontro di Fratelli d’Italia con Marco Casali.

L’alluvione sotto la lente. Cambio di strategia: via gli alberi dai fiumi

L’alluvione sotto la lente. Cambio di strategia: via gli alberi dai fiumi

Le alluvioni del maggio 2023 sono state oggetto di un profondo studio da parte dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po che ha prodotto uno studio sui bacini Reno, fiumi romagnoli, Conca e Marecchia, che è stato pubblicato nel novembre scorso. Contiene analisi degli eventi del maggio 2023, dei danni, delle rotture degli argini e della ricostruzione finalizzati all’aggiornamento del Pai (Piano per l’assetto idrogeologico) e del Pgra (Piano gestione rischio alluvioni). Lo studio, realizzato con la collaborazione dell’Agenzia per la sicurezza territoriale e la Protezione civile, e di un nutrito gruppo di lavoro comprendente le università di Bologna e di Modena e Reggio Emilia, non ha avuto grande risonanza, pur presentando numerosi aspetti molto interessanti. Ne ha parlato, davanti a una platea affollata nonostante la concomitanza col Festival di Sanremo, Mauro Mazzotti, presidente del Comitato alluvionati e franati del Cesenate, intervenuto all’incontro su ’Rischio idraulico: i luoghi insicuri di Cesena’ promosso da Fratelli d’Italia col candidato sindaco della coalizione di centrodestra Marco Casali presso la sala del Quartiere Oltresavio. Il documento elenca i numeri impressionanti che danno un’idea dell’enormità dei danni causati al territorio e indica misure da prendere per evitare il ripetersi di eventi calamitosi di queste proporzioni soprattutto per ciò che riguarda le alluvioni: l’arretramento degli argini nei tratti più critici e l’abbassamento degli alvei e delle zone golenali al fine di aumentare la capacità di deflusso delle acque, la creazione di zone per la tracimazione controllata con individuazione di aree esterne alle arginature dove laminare in modo controllato le ondate di piena. Ma c’è un elemento che segna un’inversione di tendenza: la gestione della vegetazione nell’alveo dei fiumi, da molti indicata come corresponsabile degli allagamenti perché ha impedito il deflusso delle acque: ora si propone di ‘predisporre e attuare il programma di gestione della vegetazione’: come mostra l’illustrazione a fianco, dal letto del fiume occupato dalla vegetazione si passa al letto libero, con riduzione della vegetazione anche sulle golene e le rive. Una tendenza che potrebbe contrastare con la richiesta del Comune di Cesena, avanzata nel dicembre 2023, di istituire sul fiume Savio un ‘paesaggio naturale e seminaturale protetto’.

La serata ha visto anche gli interventi dell’avvocato Emanuele Gentili, diventato suo malgrado una star della televisione per il video trasmesso centinaia di volte del suo salvataggio in extremis in via Ex Tiro a Segno; dell’ingegner Daniele Domenichini, ex dirigente del Consorzio di Bonifica della Romagna che ha relazionato sulla cassa di laminazione del Rio Marano; dell’ingegnere strutturale Fabrizio Gherardi che ha messo in guardia sullo stato di salute del Ponte Nuovo, e di Giuseppe Satanassi, presidente del comitato Dilaghiamo che ha l’obiettivo di recuperare il Lago di Quarto, nel comune di Sarsina, per l’utilizzo idropotabile, energetico, turistico e come cassa di espansione per il fiume Savio.