Le apparizioni della Madonna a Bagnile nel 1824

Un'apparizione della Madonna a due pastorelli, avvenuta nel 1824 lungo la via Veneziana fra Pisignano e Bagnile di Cesena, ha ispirato un nuovo percorso più alto, necessario per le avversità climatiche del 1812. La volontà restauratrice potrebbe non essere stata l'unica causa.

Una presunta apparizione, ripetuta per settimane, ad iniziare dal 21 maggio 1824, si sarebbe avuta lungo la via-rio Veneziana nel territorio fra Pisignano-Villa Inferno di Cervia e fra Pisignano-Bagnile di Cesena l’8 giugno. Qui ben 34 anni prima di Lourdes vi sarebbe stata una apparizione della Madonna a due pastorelli e di sicuro questa esperienza sarà stata utile per le successive vicende. Per buona parte di giugno e dei mesi estivi si ebbe in quei luoghi un assembramento di migliaia di persone di giorno e di notte. Del fatto ne parlano: il conte-ministro cesenate E. Fabbri scettico nelle sue memorie (p.285), i dossier e verbali raccolti dalle Autorità di Cervia e Ravenna ove dal 1823 vi fu come Legato papale l’inflessibile Card. A. Rivarola. La vicenda è ripresa da E. Strada (in Cervia II° pp. 447-465,2018)con ampi riferimenti alle testimonianze giurate raccolte dal parroco di Pisignano presso alcune persone che asserivano di aver assistito al prodigio. Infine nella “Storia della Chiesa di Cervia” a c.d. M. Mengozzi (2003, p. 206) sono dedicate all’episodio 18 righe ed emerge un parere non favorevole del Vescovo di Cervia ed il consiglio del Rivarola a non “urtare il popolo” finchè non avvenivano incidenti gravi fra chi credeva e chi no, ma che insieme però a migliaia continuavano a radunarsi da più luoghi. Andranno approfonditi meglio almeno due contesti. Uno riguarda la dura restaurazione in atto alla caduta di Napoleone I° (18145) che vide ad es. Bagnile (o parte di esso) ritornare sotto Cesena, Murat aggirato ai ponti di Matellica e Savio, il forte ridimensionamento delle saline di Cervia nel 1822 con soppressione di vantaggi per salinari e Cervesi. Infine come non ricordare che la Romagna pullulava di “Carbonari” e altri anticlericali tra cui il cervese Ressi, il forlivese Maroncelli, il cesenate L. Montanari e i 514 imprigionati dal Rivarola nel Ravennate. Il secondo contesto è tutto relativo alla Chiesa di Bagnile a cui facevano capo ben 5 strade in un raro modello radiale-palmare segno di centralità nel territorio.

Una di queste strade (via Lana ormai in disuso) si univa alla via Confine (già Flaminia II^ e Regina) con la via Cervara Vecchia importante limes marittimo cervese (Cervara come anche Cervinara vengono fatte derivare da “ara di Cerere” antica dea romana del grano…). Forse vicino a questo collegamento viario poteva trovarsi quella Cella in campagna cesenate da cui fu prelevata nel 1608 una “antica imagine di M.V. fatta di terra cotta” (Villani) e portata nella Chiesa di Bagnile. Per alcuni (L.Rossi), la statua era molto venerata dal popolo e detta già “M. della Misericordia”; si ruppe nel 1787, fu dipinta sul muro ma non piacque e venne ridipinta in tela da G. Milani nel 1792 seguendo i nuovi canoni pittorici ma ancora “Mater Misericordiae” con bambino in braccio e con corona. Questi, la scuola e altri elementi ricorrono proprio nelle testimonianze giurate come “gli Angeli di Cannuzzo” e forse perfino un’errata trascrizione in Concezione di Consolazione ricordata nel 1634 nella Chiesa di Bagnile oppure dalla via che separava Cannuzzola da Cannuzzo riunite nel 1828.

Le apparizioni sulla Veneziana, da est cioè da Villa Inferno, Cervara Vecchia e viale della funténa, e quelle tramandate oralmente (e da Fabbri “ha saltato quel fossato”) sul rio Veneziana fra Pisignano e Bagnile verso mezzodì, in base alle mie strette competenze, parrebbero piuttosto una specie di indicazione o suggestione per far apprendere al popolo abitudinario un nuovo percorso che dalla Cervara Vecchia ritornava ancora alla Chiesa di Bagnile. Un’indicazione di un nuovo tracciato che indirizzava alla Pieve di Pisignano ovvero al viale “dal carëri” (Carrare ravennati) e poi verso il territorio di Cesena. In sostanza vi si potrebbe leggere il disegno di un cambio di percorso più alto resosi necessario per naturali avversità climatiche ed in effetti nel 1812 il territorio per una intera estate fu flagellato da continue alluvioni e grandinate compromettendo per anni “sale e grano” (Le 5 sconvolgenti eruzioni dal 1808?). Potrebbe quindi non essere stata soltanto la volontà restauratrice di cancellare un vecchio percorso napoleonico o uno ancora più antico cioè pagano.

Giancarlo Brighi