L’invettiva del vescovo Regattieri "Con i nostri insani comportamenti abbiamo devastato il territorio"

Il pastore di Cesena-Sarsina è rientrato dalla missione in Benin e ha trovato la città allagata "Molte parrocchie hanno subito danni, ma le nostre porte sono sempre aperte per aiutare".

L’invettiva del vescovo Regattieri  "Con i nostri insani comportamenti  abbiamo devastato il territorio"

L’invettiva del vescovo Regattieri "Con i nostri insani comportamenti abbiamo devastato il territorio"

di Andrea Alessandrini

Distante migliaia di chilometri da Cesena dove martedì scorso si è innescata la grande calamità, il vescovo della diocesi di Cesena-Sarsina, monsignor Douglas Regattieri, è stato informato dell’alluvione sul Cesenate mentre era in visita missionaria in Benin da dove è appena rientrato.

Vescovo come ha appreso la notizia dell’alluvione?

"In Benin, dove sono stato per una visita missionaria e ho partecipato fra l’altro all’ordinazione episcopale di don Ciofi, sacerdote che ha svolto per anni il suo servizio pastorale nella nostra diocesi. Ho ricevuto le notizie e naturalmente in me ogni ora che passava aumentava l’apprensione, essendo così lontani da casa. Tornato, il primo impatto è stato con la devastazione: i campi allagati e parte della città sommersi dalle acque".

Quali parole di conforto si sente di poter inviare alla cittadinanza colpita?

"Ho scritto un messaggio alla diocesi per invitare alla preghiera e alla solidarietà. La preghiera è in triplice direzione: al Signore che predispone per noi giorni e momenti di luce e di sofferenza, per vie a noi imperscrutabili; al nostro popolo, che esprimiamo con la vicinanza e la prossimità, specialmente nelle ore buie; al nostro territorio, che in parte abbiamo devastato coi nostri insani comportamenti e che ora vediamo ferito e desideriamo possa ritornare a essere la casa comune per tutti, luogo di bellezza e di incontro fraterno, gioia e luce del nostri occhi. Si legge nel Cantico dei cantici: ’Le grandi acque non possono spegnere l’amore né i fiumi travolgerlo. Se forte è l’amore, la solidarietà e la fraternità nulla potranno contro di noi le impetuose acque della tribolazione e della prova’".

Ci sono chiese e oratori diocesani che hanno subito danni?

"Alcune comunità parrocchiali hanno subìto danni nelle loro strutture: canoniche, cripte, scantinati, alcune scuole, materne, e case di riposo. Tutto il complesso di Sorrivoli, dove c’è il castello, la chiesa e le opere parrocchiali sono a rischio".

Ha definito già iniziative straordinarie per esprimere vicinanza a chi è stato colpito dall’alluvione?

"Ho indetto una giornata di solidarietà diocesana per le parrocchie che hanno subìto danni, domenica 11 giugno, giorno della festa del Corpus Domini. In questo modo vorrei che si sottolineasse come il culto a Dio non è mai disgiunto dalla solidarietà fraterna. Le due cose stanno sempre insieme".

Tanti giovani con il badile, gli stivali, sporchi di fango. Che riflessione le suggerisce?

"Sono un motivo di grande speranza e di incoraggiamento. Se i giovani sono coinvolti e valorizzati sanno dare il meglio di sé. Non si è spento lo spirito di accoglienza e di solidarietà. Bisogna fare leva su questo".

La diocesi come sta cooperando per far fronte all’emergenza?

"La Caritas diocesana e le Caritas parrocchiali hanno già dato le prime immediate risposte, offrendo alloggi e predisponendo sistemazioni in strutture ecclesiali all’Osservanza, a Villachiaviche, Tipano, nei conventi dei frati Cappuccini e delle suore benedettine a al Seminario. Continueremo a prodigarci".