
di Paolo Morelli
Ha subito un’improvvisa accelerazione il processo che si sta svolgendo in tribunale a Forlì davanti al collegio giudicante formato da Ilaria Rosati (presidente), Marco De Leva ed Elisabetta Giorgi relativo alla presunta spoliazione delle casse dell’Associazione Calcio Cesena in occasione del ‘nevone’ del 2012. Infatti il giudice Rosati è in procinto di lasciare la sezione giudicante per passare all’ufficio dei giudici delle indagini preliminari, sempre nel tribunale di Forlì. Il processo, iniziato nel dicembre 2020, ha subito l’influenza delle restrizioni per il Covid e ha avuto un rinvio di nove mesi per consentire al alcuni imputati di definire con riti alternativi le loro posizioni nel processo principale, quello per la bancarotta dell’Ac Cesena.
Ieri c’è stata la nona udienza che si è aperta con un piccolo colpo di scena: l’avvocato Tomaso Guerini ha chiesto la sentenza anticipata per il commercialista cesenate Luca Mancini in quanto i reati che gli vengono contestati, relativi al periodo fino all’ottobre 2012 in cui fu direttore generale e vicepresidente con accesso esclusivo ai conti correnti, sarebbero prescritti essendo già passati più di dieci anni. I giudici renderanno nota la loro decisione (che appare scontata) nella prossima udienza, fissata per il 6 dicembre.
Dall’elenco degli imputati sparirà quindi uno dei nomi più importanti; gli altri sono l’allora presidente Igor Campedelli, che adesso vive in Portogallo (difeso dall’avvocato Fabio Belloni di Milano), l’imprenditore del turismo Potito ‘Tito’ Trovato di Gatteo (difeso dall’avvocato Antonio Baldacci), gli imprenditori edili Coclite Mastrorazio di Pescara e gli albanesi Ilir Aslani e Pulin Camai (avvocato Fabrizio Briganti), il commercialista cesenate Luca Leoni (difeso dall’avvocato Alessandro Sintucci), l’ex calciatore e poi dirigente dell’Ac Cesena Maurizio Marin (difeso dall’avvocato Luca Ferrini), e l’ex presidente Giorgio Lugaresi (difeso dall’avvocato Giovanni Maio) che diedi il via all’inchiesta con una circostanziata denuncia, poi si ritrovò imputato a sua volta per aver firmato la dichiarazione Iva contenete i dati ritenuti falsi.
Ieri mattina è stato riascoltato come testimone il luogotenente della guardia di finanza Michele Roberto, che all’epoca condusse le indagini. Incalzato prima dal pubblico ministero Sara Posa e poi dall’avvocato Sintucci ha evidenziato la mancata corrispondenza delle contabilità dell’Ac Cesena e dei suoi fornitori destreggiandosi’ pur con qualche incertezza, in una gran mole di fatture, bonifici, accrediti, acconti e saldi, giri complicati di somme per milioni di euro. Secondo la guardia di finanza e la procura della Repubblica molte manovre furono messe in atto al solo scopo di depredare le casse dell’Ac Cesena, ma gli imputati sono convinti di riuscire a dimostrare la legittimità di tutti i movimenti di denaro.
Ieri avrebbero dovuto essere interrogati gli imputati Luca Leoni e Giorgio Lugaresi; entrambi erano presenti in aula, ma la mancanza di tempo ha fatto rinviare la loro audizione: Luca Leoni sarà ascoltato nell’udienza del 6 dicembre, Giorgio Lugaresi in quella successiva.