Newsweek boccia il Bufalini: è solo 70esimo

Superati da Bologna, Reggio Emilia, Forlì e Ravenna, nonostante il gradimento dei pazienti. Carradori: "La qualità non è in discussione"

Migration

di Cristina Gennari

Il Bufalini non brilla nella classifica annuale dei migliori ospedali del mondo e italiani stilata dalla rivista americana Newsweek in collaborazione con Statista. È fuori dalla graduatoria mondiale, che prende in esame 2.200 strutture di 27 nazioni, in cui figurano invece due ospedali emiliani: il policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna (60esimo) e l’arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia (125esimo). A livello nazionale, poi, il Bufalini si ferma alla 70esima posizione. Fanno meglio l’ospedale Morgagni e Pierantoni di Forlì, al 57esimo posto, e l’Infermi di Rimini, 59esimo. Il nosocomio cesenate, che registra un punteggio di 70,17%, si lascia invece alle spalle l’ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna, solo 93esimo.

La metodologia utilizzata per stilare le classifiche è basata su tre tipi di dati: il parere degli esperti (oltre 74 mila tra medici, direttori di ospedali e professionisti sanitari interpellati tramite un sondaggio online), le indagini di soddisfazione dei pazienti e i Kpi sanitari (Key Performance Indicators), ovvero indicatori che misurano le performance ospedaliere.

Per la valutazione degli ospedali italiani, i valori sono stati raccolti tramite il portale doveecomemicuro.it, che dispone di un database di oltre 4mila strutture. Sul sito, in particolare, il Bufalini ottiene un giudizio medio degli utenti di 4,8 su 5. Tra i dati processati ci sono poi quelli del Programma Nazionale Esiti (Pne), gestito da Agenas (l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) per conto del Ministero della Salute.

L’Ausl Romagna minimizza: le classifiche offrono uno spunto di riflessione, ma non sono infallibili. "La salute è un ideale sempre atteso e mai compiutamente raggiunto, bisogna sempre cercare di fare meglio – spiega Tiziano Carradori, direttore generale –; ma fare riferimento alle classifiche per dare un giudizio di valore sulla qualità degli ospedali romagnoli è erroneo, gli indicatori sono spesso viziati dai livelli di conoscenza".

La qualità delle strutture sanitarie cesenati e romagnole non sembra dunque in discussione. "Sono certo della qualità dei nostri servizi e ospedali – continua Carradori – in Romagna i livelli di sopravvivenza, anche nel caso delle patologie con una maggiore mortalità, sono molto elevati e si registra una bassa mobilità passiva, vale a dire che la popolazione riconosce un’elevata affidabilità. Anche io mi faccio curare nei nostri ospedali".