
"Noi siamo Romagna" Le dieci richieste dei comitati cittadini per Comuni e Figliuolo
di Elide Giordani
Guardarsi in faccia, mettere sul tavolo una richiesta forte di continuità nel sostegno dopo le misure d’emergenza adottate nei giorni dell’alluvione e, soprattutto, dare una scossa alla politica "che si unisca senza distinzione di colori e ranghi". Un "manifesto" sotto l’egida di "Noi siamo Romagna" che unisce tutti i comitati sorti nelle città colpite dall’acqua (Cesena, Forlì, Ravenna, Faenza, Conselice e altri comuni della Bassa Bolognese) che in una riunione plenaria - non aperta al pubblico per non scivolare in un cahjers de doleances inefficace per quanto giustificabile - chiama a raccolta anche i sindacati e le associazioni di categoria. In tutto 33 soggetti. L’appuntamento è per questa sera presso la sede della Confartigianato. Il terreno di confronto è il mondo del lavoro poiché è anche da lì che dovrà arrivare l’elencazione delle criticità e delle richieste. Ma il "cartello" ha già prodotto un proprio documento in dieci punti che riguardano i cittadini in generale che hanno dovuto lasciare le loro case o affrontare enormi disagi. "Lo discuteremo tra noi ma poi lo presenteremo ai Comuni, alle Provincie, alla Regione e anche il commissario Figliuolo, se sarà necessario" anticipa Marco Giangrandi, presidente del comitato cesenate, già noto per la sua propensione alle battaglie cittadine, candidato a suo tempo nella lista civica "Cesena siamo noi". Anche lui con la casa allagata in zona Oltresavio. "Contrariamente a quanto succede attualmente nella politica vogliamo unire, non dividere. Oggi, forse a causa di questo fronteggiarsi, assistiamo ad un silenzio che ci mareggia" dice Giangrandi. Ed eccola una delle richieste più mirate: "Il governo ha preso misure importanti, come la sospensione delle bollette - scrive in una nota il vicepresidente del Comitato Cesenate, Vincenzo Mastropasqua - ma riteniamo che ciò non sia sufficiente. Le famiglie necessitano di un sostegno più immediato, che si potrebbe concretizzare con l’azzeramento delle bollette (energia, acqua e gas) per le abitazioni coinvolte, con priorità per i nuclei familiari sfollati".
Azzerare i pagamenti, non procrastinarli, dunque. Chi ha subito l’assalto dell’alluvione ha poi dovuto azionare deumidificatori, ventilatori, idropulitrici con grande dispendio di energia. E poi c’è ancora un problema di ritiro di quanto ormai reso inservibile che alcune famiglie non hanno potuto effettuare nell’immediato. "Un altro tema fondamentale - aggiunge Mastropasqua - riguarda i conflitti tra proprietari e inquilini. Nella logica della presentazione della domanda per un primo ristoro, spesso viene presentata da un’unica parte (o dal proprietario o dall’inquilino), creando non pochi conflitti che, se non accuratamente valutati, possono sfociare in cause legali". E poi ci sono i controlli: "Riteniamo che sia necessario potenziarli per evitare azioni di sciacallaggio, con richieste non dovute. L’augurio è che si possa istituire uffici preposti alla verifica per tutelare chi ha un’effettiva necessità e soprattutto evitare lo sperpero di risorse pubbliche".