ELIDE GIORDANI
Cronaca

‘Pro vita’ e aborto. Le associazioni nei consultori infiammano il dibattito

A 46 anni dall’approvazione della legge 194, la norma voluta dal governo Meloni riapre le contrapposizioni ideologiche. Una questione di coscienza contro l’esercizio di un diritto.

‘Pro vita’ e aborto. Le associazioni nei consultori infiammano il dibattito

‘Pro vita’ e aborto. Le associazioni nei consultori infiammano il dibattito

Domenico Fabio Tallarico, docente di religione, perché è d’accordo sull’inserimento delle associazioni provita nei consultori?

"Partiamo da un presupposto che mette d’accordo quasi tutti, l’aborto è un gesto drammatico e non un diritto, cercare di aiutare le donne ad una scelta consapevole non è il male assoluto. Il dato vero è che viviamo in una società profondamente abortista, parlando con i ragazzi ho capito che sempre più giovani hanno rapporti sessuali non protetti, gli è stato insegnato che possono fare sesso liberamente e che l’importante è che la donna non rimanga incinta. I giovani pensano che avere un bambino sia una malattia curabile con una pillola".

Non crede che la presenza delle associazioni pro vita in quel contesto possa minare i principi della legge 194?

"Basterebbe leggerla la 194. L’art. 2 dice che i consultori assistono le donne in stato di gravidanza ‘contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre all’interruzione della gravidanza’, questo oggi avviene in queste strutture? No. Che il Governo voglia attuare la legge non mi sembra contro i diritti di qualcuno, sarebbe interessante che la sinistra che grida allo scandalo, dicesse come intende invece attuarla o perché non ha mai voluta attuarla pienamente".

La scelta di abortire si immagina sempre difficile e costretta dalle circostanze, chi arriva al consultorio ha già deciso. Perché innescare una nuova crisi?

"C’è un equivoco. La 194 parla di consultori familiari e non di centri abortivi, consultorio significa che le persone dovrebbero andare in quel luogo per un consulto per essere pienamente consapevoli della scelta che stanno per compiere. Qualsiasi persona è più libera se ha una scelta consapevole davanti a sé e non se viene indicata soltanto una strada a senso unico e cioè l’aborto".

Pensa che in ambito pro vita siano tutti d’accordo per questa soluzione?

"Credo che il ruolo delle associazioni pro vita nel nostro Paese sia meno rilevante rispetto ad altri. Trovo strumentale da parte della sinistra levare un polverone su questa tematica, purtroppo gli schieramenti usano le questioni etiche come arma politica per accendere gli animi contro gli avversari. Le associazioni pro vita vengono demonizzate, assaltate le loro sedi e minacciate le persone, la politica dovrebbe essere più responsabile e favorire un dialogo tra posizioni diverse. Poi rimane una parte politica come i cattolici del centro sinistra che non si capisce dove stiano e cosa facciano. L’Italia sta vivendo un inverno demografico drammatico che avrà conseguenze devastanti, se molte donne si rivolgono ai consultori per abortire a causa di motivi economici o di lavoro, perché non dovrebbero essere aiutate?".