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Cronaca

Rincara l’assistenza domiciliare. Pasti e servizi fino al 70% in più

L’Unione Valle Savio ritocca pesantemente le tariffe per anziani e disabili. Protestano famiglie e sindacati .

Rincara l’assistenza domiciliare. Pasti e servizi fino al 70% in più

Rincara l’assistenza domiciliare. Pasti e servizi fino al 70% in più

Giordani

"Così ci cavate il sangue…". Un salasso, insomma, a cui non vogliono porgere la vena gli anziani, i disabili e i loro familiari. Si tratta dell’aumento delle tariffe ("contribuzioni" le chiama l’Unione della Valle del Savio) per i pasti che vengono consegnati quotidianamente a domicilio a chi non è in grado di andare a fare la spesa e cucinare un pasto, e per l’assistenza domiciliare per chi è allettato o impedito da qualche disabilità. Con una lettera, che è arrivata alle cooperative sociali e ai diretti interessati, l’Unione dei Comuni della Valle Savio ha comunicato rincari che vanno dal 65 al 70 per cento. Di qui la protesta. Che non è disgiunta da quella contro l’aumento delle tariffe per gli ospiti delle case di riposo che si vedono comminare una botta quotidiana di 4,10 euro in più al giorno: a conti fatti 123 euro al mese da togliere, in alcuni casi, a pensioni già fin troppo magre.

Contro le nuove tariffe hanno alzato gli scudi anche i sindacati che avevano organizzato una mobilitazione per l’6 febbraio scorso in piazza del Popolo, poi rientrata per dare luogo ad un tavolo di confronto con la Regione. Si tratta, peraltro, di servizi nevralgici per molti soggetti fragili, aiuti molto apprezzati a dire il vero, che vanno a risolvere problematiche spesso gravi e di difficile soluzione con l’attendibilità che dovrebbe fornire un soggetto pubblico.

"Il servizio è indubbiamente utile - dice un cesenate con genitori ambedue ultranovantenni che usufruiscono ogni giorno dei pasti consegnati a casa loro -, non è di quello che si discute, ma dell’opportunità di accrescere le tariffe con percentuali esagerate e, soprattutto, del fatto che raddoppiano in un sol colpo". Ma l’unione dei Comuni, che ha fissato le nuove tariffe a partire dal 1° febbraio, si appella "all’aumento del costo della vita" che "sta impattando su molti settori economici e riverbera anche sui costi della Pubblica Amministrazione nel suo compito di garantire i servizi ai cittadini".

Quali sono questi costi? Ogni pasto erogato a domicilio passa dagli attuali 4,50 ai 7 euro per un pasto singolo, e da 9 a 14 euro se i pasti sono doppi. Quel 65 per cento in più oggetto della contestazione. "Il costo complessivo di ogni pasto, pagato dall’Amministrazione - scandisce in risposta l’Unione dei Comuni - è pari a 9,64 per il singolo e 16,41 per il doppio". Ed eccoci all’assistenza domiciliare. La quota utente andrà da 6,50 a 9,50.

"Mentre - spiega la dirigente dei Servizi Sociali dell’Unione, Elisabetta Scoccati - l’Unione pagherà a chi garantisce il servizio da 25,80 a 27,40 all’ora. La quota di contribuzione da parte dell’utente, quindi, è inferiore ai 10 euro deliberati dalla Regione nel 2016".

"Le tariffe - precisa inoltre Elisabetta Scoccati - sono rimaste immutate dal 2016, anno in cui erano state ridotte rispetto al 2015, e purtroppo ci vediamo costretti, anche nella logica di garantire la continuità dell’erogazione per tutti coloro che ne hanno necessità, a richiedere ai cittadini uno sforzo economico concomitante con quelle della nostra Amministrazione che, come ha sempre fatto, sarà vicina a chi non potrà pagare questi importi aumentati, erogando un contributo parametrato sulle capacità economiche di ciascun utente calcolate sulla base dell’Isee".

Gli aumenti, dunque, sono stati approvati da una delibera che porta la data del 23 gennaio e resi applicabili dal 1° febbraio.