Sorrivoli adesso trema "Qui è franato tutto"

Il borgo è irraggiungibile dopo il grosso smottamento di mercoledì. Don Pasquale: "Ne abbiamo viste tante, ma questa è la cosa peggiore".

Sorrivoli adesso trema  "Qui è franato tutto"

Sorrivoli adesso trema "Qui è franato tutto"

Sorrivoli è lassù, in un posto che in questi giorni sembra di un altro pianeta. E’ in cima a un monte che su un lato ha dovuto fare i conti con un significativo smottamento e da tutti gli altri è tempestato di frane che fino alle ultime ore hanno reso irraggiungibile la località da chiunque venisse da fuori. E’ qui, nei momenti più bui, che la differenza la fa il cuore di una comunità. E a Sorrivoli il cuore batte davvero forte, a partire dal suo punto più alto, il castello nel quale don Pasquale Gentili sta ospitando otto persone: "E’ davvero dura – sospira il sacerdote – e dire che qui ne abbiamo vissute tante, come il ‘nevone’ che ci aveva isolati nel 2012 o la tromba d’aria e il crollo parziale delle mura nel 1999. Ma questa è probabilmente la cosa peggiore. Perché? Guardatevi intorno, è franato tutto".

Impossibile dargli torto. Don Pasquale parla e intanto non molla il telefono: è in contatto con la sua comunità, chiede e offre aggiornamenti. E riceve l’aiuto di tutti coloro che possono fare qualcosa. Come dimostrano gli occupanti del furgoncino che raggiungono il castello ‘armati’ di generi alimentari da consegnare all’interno, con un sorriso di incoraggiamento, che in un attimo diventa reciproco. E’ lo stesso spirito che aleggia nel borgo. Era stato chiesto se qualcuno voleva lasciare la frazione nel Comune di Roncofreddo, quasi tutti sono rimasti. E ora sono lì a parlare tra loro e a vedere come organizzarsi. Le ruspe lavorano sodo e i primi varchi si riaprono. Il lato verso Calisese è il primo ad essere riaperto, per chi viene da Cesena invece manca ancora l’ultimo tratto, con un grosso smottamento che ostruisce il percorso. Ma a piedi si va, con qualche deviazione e la consapevolezza che le scarpe del gran ballo per il momento è meglio lasciarle nell’armadio. Si va a mani vuote e si torna carichi, con bottiglie d’acqua e sacchetti della spesa. Quella fatta all’alimentari gestito da Riccardo Magalotti, un ambiente d’altri tempi, che fa nostalgia a chi in quel passato ci è cresciuto e che fa respirare davvero il clima di una comunità. "Qui col nevone si veniva a dire la messa e si era allestito pure un ambulatorio medico. Siamo uniti e ci aiutiamo tra noi. E’ questa la nostra forza". Arrivano pure i mezzi della polizia locale del Rubicone, coadiuvata dai colleghi in ausilio da Modena: portano alimenti donati alla comunità. Il tempo della consegna e di una stretta di mano. Poi si riparte. Perché nessuno deve restare solo.

Luca Ravaglia