Von der Leyen tra gli alluvionati "L’Europa è al vostro fianco"

La visita della presidente della Commissione Europea nella zona devastata di San Rocco

Von der Leyen tra gli alluvionati  "L’Europa è al vostro fianco"

Von der Leyen tra gli alluvionati "L’Europa è al vostro fianco"

di Andrea Alessandrini

Alle 18.30 segnalate dalle lancette nel campanile della chiesa di San Rocco proteso nel cielo azzurro, alla cui ombra martedì l’alluvione si è schiantata sulle case che ancora si leccano le ferite a ridosso del Savio, Ursula von der Leyen scende dall’auto in via ex Tiro a Segno, quasi all’angolo verso via Cattolica e l’argine sullo sfondo. Scortata dal sindaco Enzo Lattuca, dal ministro Raffaele Fitto, dal governatore Stefano Bonaccini e dallo staff della Protezione civile internazionale.

"Dov’è che non si vede", si sente gridare. Con la camicetta fucsia soft e gli stivaloni scuri è la donna bionda minuta che cerca subito le mani della gente ai lati della strada, un centinaio tra residenti colpiti, scout dell’Agesci, forze dell’ordine e del soccorso, operatori dell’informazione e curiosi. Un bambino salito su una montagnola di melma scivola e la presidente della Commissione Europea gli allunga il braccio: "Oh my God". Mobili e oggetti fuoriuso accatastati, residui del fango, qualcuno che spala quel che resta, la conca della strada con il manto incrostato, recinzioni e cancelli divelti: ma è nulla lì attorno, confronto a nove giorni fa. Un uomo vorrebbe mostrarle nel cellulare il video con la stessa strada il martedì della fiumana furiosa. Ursula, come la chiamano ai bordi, non pronuncia una parola in italiano, ma sfodera un perfetto ’Tin bota’, lo slogan dialettale dei romagnoli che non mollano. Lo ha imparato e tanti ricambiano il ’tin bota’.

’Oh’ è il monosillabo ricorrente, ad ogni voce ascoltata. Dice che l’Europa è al fianco della Romagna. "Sono venuta a dirvelo, dura vedere il fango, avete tanto coraggio". Il sorriso le si allarga, mentre accarezza il bambino di tre anni salvato da un vicino di casa con l’acqua alta due metri. Vede i ragazzi dell’Agesci volontari dei soccorsi, una ventina, coreografici, e avanza spedita. Cerca il contatto, li ringrazia. Il corteo tra i microfoni issati delle tv procede a singhiozzo.

Presa via Cattolica, gli scout le allungano un sacchetto. "Piadina, la piadina romagnola!". "Piadina?", ripete stupita. Le spiegano: "Nostra specialità, assaggi: hand made, fatta a mano".

Meno amorevole il gesto di un signore che porge con impeto al sindaco il segnale divelto dalla furia del fiume della via Misano. "Un regalo per la signora". Lattuca lo mostra alla presidente. "Ui vo’ i baioc", gridano. Ci vogliono i soldi. Si procede verso l’argine. Terrapieni scoscesi, ma il Savio è un rigagnolo rispetto al gigante impazzito che era diventato. Von der Leyen, in sommità, volge lo sguardo al flusso sporco e pare commossa. Lattuca racconta cosa è successo, indica il Ponte Vecchio e le colline. "Come un ciclone".

Si torna indietro e ad ogni mano cercata e stretta è un ’Tin bota’ della von der Leyen. Si riprende via ex Tiro a Segno, la parte non percorsa: saluti dalle finestre, chi ancora pulisce, chi passa oltre non scalfito.

Von der Leyen viene accompagnata all’ingresso della palestra Champion’s dove la titolare le mostra i locali fuori uso. La presidente la stringe in un lungo abbraccio, le guance si toccano. Poco meno di mezzora dopo l’arrivo, la bionda signora lascia con gli stivali sporchi i suoi europei cesenati di San Rocco feriti dall’alluvione e scompare lieve dentro l’auto che la condurrà in piazza del Popolo.