MICHELE MASTRANGELO
Cronaca

Civitanova, sos alcol: allarme tra i giovanissimi

Intossicata a 15 anni, Foglia (CitaNò alla droga): disagio diffuso

NOTTE DA SBALLO Una 15enne è stata portata al pronto soccorso dell’ospedale per intossicazione da alcolici (foto d’archivio)

NOTTE DA SBALLO Una 15enne è stata portata al pronto soccorso dell’ospedale per intossicazione da alcolici (foto d’archivio)

Civitanova, 4 gennaio 2018 - Nella notte di San Silvestro è stata portata al pronto soccorso una 15enne per intossicazione alcolica: è l’ultimo di una lunga serie di episodi legati al consumo di alcol da parte dei giovanissimi. Il tema dell’alcol è stato già affrontato per più volte nell’ambito del progetto di «CitaNò alla droga», del quale Andrea Foglia è l’ideatore.

Foglia, un altro episodio allarmante?

«Ci soffermiamo soltanto sulle persone che arrivano al pronto soccorso, ma i nostri giovani fanno uso di alcol nella gran parte dei fine settimana. Se consideriamo soltanto chi incappa in situazioni estreme come il coma etilico, notiamo che i numeri sono contenuti, ma ci sono tantissimi che non arrivano a questo livello e sfuggono al dato. C’è un allarme sociale assoluto che l’opinione pubblica non coglie e spesso anche alcune famiglie non considerano come una emergenza un figlio che si sbronza. Infatti non c’è la piena consapevolezza».

Civitanova baricentrica anche per episodi di questo genere?

«È un fenomeno trasversale, dalla costa all’entroterra, ma è anche legato a un modello di divertimento e tendenzialmente dove c’è movida, sia per gli adulti che per i giovanissimi, c’è più offerta, e quindi possibilità di avvicinarsi a qualsiasi sostanza».

Le famiglie sono troppo distratte o poco sensibili al problema?

«Si è alzata l’asticella di ciò che è considerato come normalità, perché il diffuso e il ricorrente è diventato un comportamento sociale. I giovani appartengono a tale modello, lo conoscono. Oggi ad esempio il consumo tra i giovanissimi è legato a feste private, fatte tra loro e quindi alternative ai locali pubblici, dove essendo in gruppo tra coetanei senza l’occhio adulto, non c’è difficoltà nell’accesso all’alcol. Spesso le famiglie screditano la santa alleanza tra agenzie educative sociali. Vedi un due preso dall’alunno difeso dal genitore, che al posto di punire il ragazzo se la prende con l’insegnante bacchettone. Il nostro motto è invece quello che per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio».

Che obiettivi avete a breve termine?

«C’è già una fitta interlocuzione con l’assessore Barbara Capponi. A lei abbiamo presentato una serie di appuntamenti e di progetti, divisi in dodici punti, che vertono su vari fronti e fenomeni di disagio giovanile in generale. Sarebbe utile sensibilizzare diverse figure, creando una rete tra soggetti. E aiutando i giovani a gestire le emozioni, perché queste possono anche portare a delle forme di disagio giovanile».