GILBERTO DONDI
Editoriale
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Allarme sicurezza, una risposta all’altezza dei bolognesi

Una macchia di sangue sul muro. Una macchia che, da piazza dei Martiri, si allarga su una città che si ritrova, troppo spesso, impaurita ed esasperata. Ormai l’elenco delle zone calde è sempre più lungo: Bolognina, piazza XX Settembre, Montagnola, zona universitaria, Barca, Pilastro. Zone in cui lo spaccio e il degrado rendono la vita difficile a residenti e commercianti anche perché talvolta sfociano in fatti di sangue come quello avvenuto, appunto, in piazza dei Martiri. Quell’accoltellamento sarebbe il frutto della guerra attualmente in corso fra i diversi gruppi criminali per accaparrarsi le piazze di spaccio. Alcuni dei pusher ’sfrattati’ dalle forze dell’ordine dalla Bolognina si sarebbero infatti spostati in piazza dei Martiri andando a pestate i piedi agli spacciatori già presenti in quella zona. Con le conseguenze che abbiamo visto. Non è la prima volta che accade e non sarà l’ultima. Lo sanno bene le forze dell’ordine. L’impegno di polizia di Stato, carabinieri, polizia locale e guardia di finanza nella lotta alla micro e macro-criminalità è massimo. Lo dimostrano i numerosi arresti di spacciatori, troppo spesso però rimessi subito in libertà grazie a leggi in taluni passaggi scritte male. Il risultato è che le stesse forze dell’ordine hanno l’impressione di combattere, a volte, con le mani legate. In questo senso, disegni di legge come quello del deputato Andrea De Maria per inasprire le pene per i pusher nei casi di lieve entità sono condivisibili e certi attacchi interni al Pd lasciano francamente perplessi. Ieri il sindaco Matteo Lepore è andato in piazza dei Martiri per rassicurare i cittadini. Ha promesso più controlli notturni. Una stretta positiva e necessaria. Ora si tratterà di studiare le modalità di intervento nel prossimo tavolo per l’ordine pubblico in Prefettura. Residenti e commercianti chiedono una cosa sola: sicurezza. Sono impauriti. E arrabbiati. A questi sentimenti bisogna dare una risposta forte e immediata. Con fatti concreti. Non ci possono essere zone franche. La città, ormai diventata una metà turistica apprezzata e ambita, dev’essere non solo sicura ma anche percepita come sicura all’esterno. L’impegno di tutti deve andare in questa direzione, senza tentennamenti. Anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, nella sua ultima visita, ha garantito l’arrivo di nuovi agenti in città. Bologna pretende sicurezza. È suo diritto averla.