BEPPE BONI
Editoriale
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Cani nei locali, sì ma serve educazione

Bologna, 31 maggio 2024 – Capisco che per il proprietario il cane sia uno di famiglia, ma il resto degli umani non è obbligato a considerarlo tale. Questo per dire che in certi locali pubblici i cani non dovrebbero essere ammessi. Ho visto animali sui carrelli dei supermercati, altri annusare e leccare il tavolo al bar oppure seduti su una sedia al ristorante. In una pizzeria una signora ha estratto dalla borsa la ciotola per l'acqua e gettava cibo sul pavimento. Tutto ciò vi sembra normale?

Fulvio Borghi

Risponde Beppe Boni

Il problema spesso è rappresentato dai proprietari dei cani e non da questi ultimi. Esistono regole codificate per accedere ai locali pubblici che chi possiede un animale non sempre rispetta e anzi, esagera. Il regolamento di Polizia veterinaria riconosciuto da ministeri e associazioni di categoria prevede che i cani possano accedere nei luoghi aperti al pubblico, sui mezzi di trasporto e nei ristoranti solo se sono tenuti al guinzaglio o se hanno la museruola. Poi ovvio che serve buonsenso nei comportamenti delle persone. Se entro in un locale per cenare e faccio sistemare il cane su una panca o su una sedia si tratta di un atteggiamento da censurare e il proprietario può indicare la porta d'uscita. Per legge non si può negare l'accesso ai cani nei ristoranti e nei supermercati ma a condizione che siano rispettate le regole e la buona educazione. Quanti lo fanno? Pochi e spesso per il quieto vivere i gestori dei locali chiudono un occhio. L'educazione però deve partire dai possessori degli animali, ai quali va ricordato che intorno a noi, igiene a parte, ci sono persone con sensibilità diverse che vanno rispettate. I proprietari dei ristoranti però, in presenza di condizioni specifiche, come l'esposizione di cibo ad altezza di animale o in presenza di persone allergiche, hanno facoltà di vietare l’ingresso all’ospite a quattro zampe.

beppe.boni@ilcarlino.net voce.lettori@ilcarlino.net