MASSIMO PANDOLFI
Editoriale
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L’esempio di Morandi e Cremonini

Gianni Morandi e Cesare Cremonini ci mettono la faccia. La Garisenda è malata e (forse) rischia di crollare; l'altra magica torre di Bologna (gli Asinelli) ha bisogno di cure e coccole e allora le due star fanno ciò che possono fare due personaggi importanti innamorati della loro città: diventano i testimonial, aprono una raccolta fondi.

E' così che si fa quando scatta un'emergenza, ma è così che spesso non fa la politica, anzi spesso si muove all'esatto contrario: e così i cittadini, noi cittadini, cominciamo ad averne le tasche piene.

Prendiamo due esempi: la Garisenda appunto e un'emergenza ancora più grande, oso scrivere gigantesca, che ha colpito in questi mesi la nostra terra: l'alluvione. Partiamo da quest'ultima. Da settimane, mesi, la politica litiga, si rinfaccia colpe e responsabilità, Bonaccini che è comunque vicecommissario e un po' di voce in capitolo ne ha, ne dovrebbe avere, si lamenta un giorno sì e l'altro pure per la lentezza del governo. Il Governo risponde che è anche e soprattutto colpa della Regione, magari dei Comuni. Sulla Garisenda a parti rovesciate la tiritera è la stessa e cioè il centrodestra che sottolinea in continuazione che il centrosinistra ha dormito e non ha curato a dovere la sua torre.

Basta, stop, da una parte e dall'altra. Ai cittadini bolognesi che non vorrebbero vivere l'epoca di una storica torre che crolla e ai tanti cittadini romagnoli ancora feriti dall'alluvione frega zero che in primavera ci saranno le elezioni europee, alcune comunali, e poi l'anno dopo si voterà per le Regionali, tanto in Italia si vota sempre. Questa gente vuole unione, condivisione, risposte vere. Vuole che la politica si muova. Vuole che faccia come hanno fatto Morandi e Cremonini, nel loro piccolo che poi è grande.

La politica deve risolvere i problemi, non crearli. E la politica è fatta di uomini in carne e ossa, come Gianni e Cesare.