VALERIO BARONCINI
Editoriale
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Suviana, dopo il nero torneranno luce e speranza

Giù, nelle viscere della terra, sotto la centrale di Bargi, il nero è più nero del buio: il nero della luce che non c’è, il nero di tutta la luce che non vediamo; il nero dell’acqua che improvvisamente s’incanala dal lago e si riempie di detriti, olio, fango, corpi, in un limo che di certo non ricorda la villeggiatura del boom economico; il nero dello scoppio, sul cemento e sulle putrelle, sindone di un trasformatore e di una turbina bruciati per ora senza perché; il nero della speranza che, ora dopo ora, svanisce, inghiottita a quaranta, cinquanta, sessanta metri sotto il livello del lago, con le storie e i volti di chi non c’è più e di chi ancora c’è, ma chissà dove e chissà come. C’è il nero e c’è l’uomo davanti al proprio destino, un destino che qui in Appennino è sempre stato fatto di battaglie e di conquiste. Di una natura severa, dura, che spesso si è tentato di addomesticare e che poi si ribella. Pensate alle frane, all’alluvione. Alle infrastrutture. Adesso si ribella anche la tecnologia che incanala quella natura. E l’uomo posto davanti al suo ’nero’ si chiede semplicemente ‘perché’? C’è, nella gente di montagna, in questa terra di mezzo sospesa fra le città e i mari, una grande capacità: quella di leggere il nero senza paura, di andare a fondo e di tornare a galla. Con la consapevolezza che non tutto si può controllare, ma tutto si può imparare. In questa storia di Bargi, in questo disastro che evoca la ThyssenKrupp e la Costa Concordia, in questa strage sul lavoro in mezzo a una natura modificata dall’uomo. in tutto questo nero, si deve anche vedere una luce: l’idroelettrico, le frontiere della scienza (pensate al vicino Brasimone con il prototipo di reattore nucleare di quarta generazione), la tecnologia, la produzione di energia pulita sono il presente e il futuro di una comunità. Che non può però prescindere dalla piena comprensione dei suoi meccanismi, di questa tragedia. Senza sconti. Si deve guardare il nero per tornare alla luce.