ALESSANDRO GALLO
Editoriale
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Polonara vede la luce. E la Virtus può sorridere

La Virtus cade a Monaco, perde anche Jaleen Smith per un infortunio alla caviglia. Ma ha almeno un motivo per sorridere. Non si tratta dell’idea di giocare tre volte di fila alla Segafredo Arena – prima con Tortona, nel campionato italiano, poi con Barcellona e Maccabi Tel Aviv in Eurolega –, ma del fatto che nei dodici potrebbe rivedersi Achille Polonara. La notizia più bella, non solo per la Virtus, ma per tutta la pallacanestro. Lo stop del giocatore aveva choccato il mondo dei canestri. Costretto a fermarsi per una neoplasia testicolare che l’ha costretto a un intervento chirurgico. Operazione effettuata all’Ospedale Maggiore il 10 ottobre, poi le terapie del caso e, adesso, i primi passi in palestra. Felice la Virtus che ha finito per realizzare un podcast con l’azzurro che si è raccontato, senza remore. E ha raccontato la sua Odissea. La scoperta del problema per un controllo antidoping che aveva evidenziato alcuni valori che avevano insospettito lo staff medico bianconero. Valori riconducibili a quelli dell’interista Acerbi, anche lui alla prese con una neoplasia testicolare. “Tornare in palestra è stato fantastico – dice Achille Polonara –. Ero talmente carico che non sembrava un allenamento, ma l’approccio a una gara ufficiale”. Parla con naturalezza, Achille. Come se fosse una partita da giocare. “Avevo valori strani. Ho guardato su internet, dopo la comunicazione della procura federale antidoping. C’erano collegamenti legati alla gravidanza di una donna. Era chiaro che non era il mio problema. Poi, però, il valore sospetto, unito alla parola atleta, mi ha riportato al caso di Acerbi. Al Sant’Orsola ho fatto l’ecografia. E hanno trovato il tumore”. Sereno, tranquillo. Come parlasse, appunto, di uno svolgimento di una partita. “Ma quello che più conta è che adesso sto bene. Ho ricevuto tanti messaggi di sostegno. Ragazzi che hanno avuto lo stesso problema, mi hanno rassicurato”. L’aiuto dei social e, adesso, pronto. “Sto bene, la situazione più complicata è alle spalle. Non vedo l’ora di tornare in campo”. Banchi avrà un’arma in più per non sfiancare troppo Shengelia. Ma adesso, al di là dei numeri, conta il sorriso di Achille. Un ragazzo di 32 anni che ha affrontato la malattia con coraggio e determinazione. E con determinazione e coraggio continuerà a giocare. C'è lo spazio anche per l'intimità legata al taglio dei capelli. “E' stato difficile spiegarlo ai miei figli. Ma alla fine hanno capito”. Ride, Achille. E non vede l'ora di ridere di nuovo sul parquet con la maglia bianconera.