ANDREA ZANCHI
Editoriale
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Una sfida per tutti, Bologna ora sia all’altezza

E adesso che abbiamo imparato a volare, come facciamo a non cadere giù? La domanda attanaglia molti di quelli che, di fronte alla bellezza del Bologna di Thiago Motta, scrutano il futuro con meno ottimismo di qualche settimana fa. Ora che il grande sogno si è realizzato, ora che Bologna e il Bologna sono in Champions per davvero, si apre una nuova sfida che riguarda tutta la città, non solo il club rossoblù.

Più alti sono i traguardi, più alte le responsabilità: la regola vale nello sport quanto nella vita, e rappresenta, allo stesso tempo, il prossimo terreno di gioco su cui tutti dovremo confrontarci. Sbaglia chi pensa che la Champions sia solo una questione sportiva: può rappresentare, infatti, la conferma dello status europeo e internazionale della nostra città, oltre che del nostro club calcistico. Oppure il suo contrario, se, come comunità, non saremo capaci di entrare in questa nuova dimensione per restarci. Lasciando da parte gli aspetti sportivi, le sfide per Bologna non mancano, a partire dai primissimi lavori per adeguare il Dall’Ara alle necessità della massima competizione europea, che non riguarderanno solo l’impianto in sé, ma anche il quartiere che lo circonda, in particolare sul versante dei parcheggi: già questo è un primo banco di prova da non fallire (per di più con neanche tantissimo tempo a disposizione) e potrebbe anche essere l’occasione per mettere mano a un piano della sosta davvero moderno in zona stadio, che superi il far west a cui sono da troppo tempo abituati non solo i residenti, ma anche gli stessi tifosi. Soprattutto però, in prospettiva, c’è una partita ben più grande: quella che Bologna deve vincere per diventare uno dei poli europei e mondiali di riferimento per i prossimi decenni. Un’evoluzione che riguarda trasporti e infrastrutture, inclusione sociale e apertura internazionale, investimenti nelle nuove forme dell’economia e redistribuzione democratica e capillare del benessere sul territorio. Insomma, la sfida di aprirsi al futuro senza però dimenticare le proprie radici.

Difficile? Certamente. Impossibile? No. E ce lo dimostra proprio il Bologna di questa stagione fantastica: un insieme di individui che è diventato comunità, ragazzi di nazionalità ed esperienze diverse uniti da un’identità precisa, fatta di etica del lavoro, serietà, rispetto del luogo e della storia di cui si è parte e, infine, tanta voglia di migliorarsi. Di andare avanti, per il bene proprio e per quelli di tutti. A guardarla bene, questa squadra che ci ha fatti innamorare dei suoi colori, ha racchiuso in sé tutte le caratteristiche migliori di questa città. Ed è da quelle che bisogna ripartire per scrivere una nuova pagina del nostro futuro. Senza la paura di guardare ancora più in alto.