VALERIO BARONCINI
Editoriale
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Una violenza da estirpare velocemente

I recenti fatti di Ferrara riaprono una ferita: cresce la radicalizzazione, in particolare di estrema destra, fra i nostri ragazzi? Cresce in generale l’antisemitismo, senza nemmeno bisogno di evocare destra e sinistra? O cresce invece uno spaventoso senso di inconsapevolezza, stupidità, noia che diventano armi silenziose di un malessere più generale di tutta la società moderna? Le tre domande hanno con ogni probabilità risposta positiva e sono tutte figlie di uno stesso brodo di coltura: una società dove i valori sono visti come disvalori; dove il senso di contestazione a prescindere, l’uno vale uno, il non ascoltare gli altri sono dogmi di una religione incomprensibilmente diffusa; una società dove manca un futuro lavorativo, economico, spesso di costruzione per i giovani, una generazione che per la prima volta dal dopoguerra otterrà meno di quella dei genitori. E come la storia insegna, dove c’è sconfitta e disperazione, dove manca il futuro e arriva la rabbia, ecco il male e il male di vivere.

I fatti di Ferrara, ridotti da molti a una bravata, non vanno sottovalutati. Va da sé che questo gruppuscolo senza cervello non riuscirà a ricostituire i partito fascista e non ha alcun tipo di intento eversivo, semmai solo distruttivo dei propri neuroni. Resta però la preoccupante e imbarazzante faciloneria con cui certi temi siano così ‘naturali’ per loro da diventare ‘banali’, se può esistere una banalità del male. Non stupisce quanto rivelato, poche settimane fa, da Diego Parente, il direttore centrale della polizia di prevenzione al Dipartimento di pubblica sicurezza: ci sono ragazzini sempre più giovani, reclutati da gruppi terroristici neofascisti pronti alla violenza. Sono stati individuati infraquattordicenni già radicalizzati e le situazioni allarmanti si sono spesso sviluppate nel post lockdown.

E’ così che nasce la violenza. E va estirpata, subito.