"Ora il problema è la manodopera"

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Da Castel San Pietro Terme parla Ezio Galletti, agricoltore e socio Cia, specializzato nel comparto sementiero. "Quasi tutte coltivazioni ibride che richiedono un notevole sforzo dal punto di vista lavorativo – spiega –. Un settore trainante per la nostra regione che primeggia a livello nazionale". Sempre più difficile contrastare la carenza idrica. "Senza l’ausilio del sistema di invasi collegati ai laghetti di Varignana sarebbe stato un vero disastro per le mie colture – ammette Galletti –. Dal Sillaro verso Bologna il problema del reperimento dell’acqua è davvero serio. Cavoli, carote, cicorie, cetrioli ibridi e barbabietole da zucchero hanno un ottimo aspetto. Ma anche il basilico è profumatissimo – analizza nel dettaglio –. Adesso i problemi si concentreranno nella fase di raccolta per la mancanza di manodopera nei campi. C’è stata un’autentica migrazione del personale verso l’edilizia".

Per non parlare della necessità di tarare al meglio i processi di meccanizzazione per le piccole realtà. Ma sul fronte siccità Galletti ha le idee chiare: "Mettere a punto tecniche colturali proiettate al risparmio dell’acqua. Optare per una lavorazione ottimale del proprio terreno. Il sistema di compattamento mi permette di dare il via alle colture con un bassissimo dispendio idrico. L’esperienza e la conoscenza dei propri campi sono elementi vincolanti in agricoltura. Insistiamo su quelle pratiche irrigue che permettono di risparmiare acqua. Si fa ancora poco in tal senso". Ma c’è di più. "Velocizzare la burocrazia e destinare parte dei fondi Pnrr al contrasto della piaga siccità – conclude -. Il tempo a nostra disposizione è ormai scaduto. Lo scenario peggiorerà sempre. Utilizziamo le acque reflue che escono dai depuratori e costruiamo strutture per immagazzinare quel liquido che diventerà più prezioso del petrolio".

m. g.