Bologna 30, otto motivi per dire no

Elenco le mie motivazioni al no per l'obbligo dei 30 km orari a Bologna:

1) Il provvedimento di una 'Città a 30' così generalizzato ( e preciso anche che nella mia zona almeno due strade sono citate 'a 10' ), senza aver dialogato con i cittadini, pare solo un'imposizione, utile sicuramente come voce per introiti nel bilancio preventivo del comune.

2) Non solo è mancata la consultazione ma si percepisce noncuranza rispetto alla parte produttiva della città e di quanti, a vario titolo, lavorano a far si' che Bologna non sciupi le sue potenzialità.

3) 'Bologna 30' ha poi sbagliato i tempi: è come infilare un cappotto avendo ancora addosso il pigiama, in una città che può confidare solo su mezzi di superficie e che da mesi è in seria sofferenza per i lavori pubblici avviati e i relativi cantieri.Di questi, alcuni da tempo e ad arte hanno creato restringimenti, spartitraffici nel mezzo di strade ed eccessive rotatorie come presupposto per ratificare poi 'una città lumaca'.

4) La Regione si è spesa per le auto ibride, incentivandone l'acquisto ma, al pari delle altre, anche queste contribuiscono ad inquinare perché la modalità di guida non passa all'elettrico, in più i tempi di percorrenza dilatati per tutti e le code favoriscono emissioni maggiori e quindi inquinamento.

5) Non è poi corretto che a Bologna si paghino maggiori multe, si perdano punti della patente arrivando anche a sospenderla, in modo non 'equo ed omologato' rispetto a tutti gli altri automobilisti della nazione.

6) Quindi 'limiti a 30' semmai solo in prossimità di scuole, ospedali, stazioni e strade storicamente strette.

7) Va poi alleggerito il transito nella città ripensando al Passante Nord e, nel tempo sì, ma questo 'non infinito', ad una ricollocazione dello Stadio e dell'Aeroporto.

8) Bisogna piuttosto impegnare più risorse e volontà d'insieme contro la delinquenza diffusa e il degrado.

Ornella Di Prinzio