Costi aggiuntivi sulla bolletta elettrica

Ho letto l'articolo relativo alla comunità energetica costituitasi a Fagagna, in Friuli Venezia Giulia. Sanno i lettori a chi saranno in capo i relativi costi/debiti? Un finanziamento pubblico di € 5,4 milioni, erogato dalla Regione e in minima parte dal comune di Fagagna, per complessivi 330 kWp installati; e compresi due impianti pari a 80 kWp con abbinati degli accumulatori elettrochimici. Tutto questo per dire che andranno a pesare sulle bollette elettriche degli utenti che pagheranno alla voce oneri di sistema con la tariffa A3, oggi ammontante a 72 €/MWh. Inoltre tale tariffa è stata diluita dal 2028 e fino all'anno 2035, con un provvedimento di legge per decisione del governo in carica nell'anno 2015, altrimenti sarebbe aumentata da 72 €/MWh a oltre 100 €/MWh, facendo lievitare gli incentivi al superamento del puro costo della stessa energia elettrica. Un rapido conteggio per una famiglia di quattro persone con consumi elettrici e nella media di circa 3,5 MWh/anno: €/MWh 72 per 3,5 MWh/anno portano a un totale di € 252 all'anno, che saranno tolte dalle tasche di tutti gli utenti elettrici per oltre venti anni, per poi riversarle nelle tasche di pochi: pertanto questi non sono più incentivi ma regalie, tipo il recente bonus del 110%. C'è poi la proposta dell'arcivescovo di Taranto monsignor Filippo Santoro e vescovo delegato per i Problemi sociali e il lavoro, la giustizia, la pace. Questa idea prese in lui forma nel 2015, con l’enciclica Laudato si’, che intravvedeva nella nuova normativa per le comunità energetiche rinnovabili, lo scopo di contribuire al contrasto del cosiddetto cambiamento climatico e per abbattere il costo delle bollette per le famiglie in difficoltà economica. Le famiglie in difficoltà non trarranno nessun beneficio e che l’altro scopo del contenimento climatico è pure ingannevole.

Renzo Riva