La guerra devasta la mente dei bambini

Lo sappiamo: non può esserci una guerra che non procuri una miriade di atrocità. Si va dalle devastazioni di vite umane, con una moltitudine di uccisioni, morti dirette sotto le due linee di fuochi avversari, per giunta trovandosi in mezzo, oppure con semplici e dirette esecuzioni sommarie, mattanze gratuite. Poi restano altre devastazioni sul suolo, che sono difficili da cancellare. Vorrei soffermarmi ad un altro tipo di devastazioni: quelle mentali, quelle prodotte da conflitti armati che se perdurano nel tempo rischiano di minare per sempre chi, inerme, come al solito, non ha proprio nulla a che fare per subire delle conseguenze altrettanto devastanti. Tempo fa mi sono recato a fare un giro presso un aeroclub dove coltivo un ‘hobby’: quello di volare. Ho trovato un mio vecchio amico pilota d’aereo ultraleggero che sapevo che si sarebbe recato in Ucraina, a Kherson per andare a trovare le sue figlie, la sua compagna, madre delle figlie ed altri familiari in cui si è congiunto quando ha vissuto diversi anni in questa città, suddivisa tra tre distretti: Suvorov, Dnepr e Korabel’nyj. Era nel parco giochi con le sue bambine. Se le era portate tutte e due. Lo diceva quando stava per partire, ma non ne era convinto del tutto. Sapeva che le avrebbe, intanto, strappate dalla loro madre e dai nonni. Un anno di differenza queste sorelline: 6 anni una e 7 anni l’altra. Giocavano e ridevano divertendosi tutte e due, entrando ed uscendo da una casetta di plastica. Lo facevano in continuazione, ma quando mi avvicinai a loro due, non mi parlarono in italiano, ma mi sorridevano come tanti bambini sanno fare. Solo che loro due continuavano a fare continue smorfie con la bocca, a chiudere gli occhi rincorrendosi e ponendosi tutte e due le mani, formando un pugno sui lati delle orecchie, come se di colpo non dovessero sentire, per il troppo rumore e fastidio, abbassando, di colpo, la testa. Facevano boom boom ed il verso con la bocca che simulava il suono di un mitra o boom boom, che ricordava gli evidenti scoppi di bombe o va a capire che cos’altro… non difficile immaginarlo. Il loro babbo, tuttavia, felice di averle strappate dagli orrori della guerra era purtroppo rammaricato da un evidente trauma che le sue bambine potrebbero portarsi chissà per quanto tempo. Dentro la loro testa è indubbio che si siano portate appresso i segni della guerra . Chissà cosa hanno visto queste povere bambine.

Adalberto de’ Bartolomeis