REDAZIONE MACERATA

Manca personale: chiuso per 5 mesi a Treia. "Non ne trovavo"

Elio Vincenzetti: stop forzato a Villa Cortese, i ragazzi lasciano dopo due giorni. "Ora siamo ripartiti utilizzando i dipendenti che abbiamo al ristorante Da Rosa"

Elio Vincenzetti, titolare di Villa Cortese a Treia e Da Rosa in centro a Macerata

Treia (Macerata), 15 luglio 2022 - "Ho dovuto chiudere il ristorante di Villa Cortese da gennaio a metà maggio. È la prima volta in assoluto che mi vedo costretto a una mossa del genere. Mancava il personale, in particolare avevo bisogno di un cuoco. Ma non si trovava, nonostante le tante ricerche e gli annunci. Adesso Villa Cortese è aperta tutti i giorni, dal martedì alla domenica, ma che fatica. Ci arrangiamo soprattutto con il personale che c’era già". È stanco e deluso Elio Vincenzetti, titolare della struttura a Chiesanuova di Treia e del ristorante Da Rosa nel centro storico di Macerata. Dopo aver superato – quasi indenne – il periodo della pandemia, ora si trova a far quadrare i conti davanti a due grandi variabili: il conflitto in Ucraina, con i prezzi di bollette e materie prime che continuano a salire, e il nodo della mancanza di personale.

«Nell’autunno scorso ci siamo rivolti alle agenzie del lavoro – racconta Vincenzetti –, ho fatto decine e decine di colloqui con i ragazzi che ci hanno mandato, qualcuno l’ho anche messo alla prova in cucina. Sulla carta erano tutti capaci, nella pratica, invece, nessuno. Così, uno dopo l’altro, dopo due giorni al massimo se ne sono andati. Molti si lamentavano anche per i turni. Ho notato che non c’è più voglia di lavorare né di prendersi delle responsabilità, è venuto meno quello spirito di sacrificio che è fondamentale in questo mestiere. L’unica soluzione è tornare alla vecchia guardia. Ora, quando c’è bisogno, uno dei nostri due cuochi in servizio da Rosa va a dare una mano in cucina a Villa Cortese. Abbiamo preso un altro ragazzo, ma è dura".

La carriera di Vincenzetti è cominciata proprio con dei sacrifici: dalla scuola alberghiera di Perugia, andò a lavorare in Germania, al Gelsenkirchen Buer, per un anno, poi la Svizzera, la Francia, l’Inghilterra, altri otto anni in giro per il mondo sulle navi da crociera. Poi il rientro in Italia, a Macerata. "Il lavoro nei nostri ristoranti è crollato del 50 per cento rispetto al 2018 – spiega –, è stato necessario ritoccare i prezzi, bisogna pagare aria condizionata e bollette salate, ma la clientela si è assottigliata, eppure siamo aperti tutti i giorni dal lunedì al sabato a pranzo e a cena e anche la domenica ma solo a pranzo. Se prima avevo molto più personale, adesso è ridotto all’osso. E mancano i professionisti. Io vorrei poter delegare, riposarmi. Ma dove trovo un giovane disposto a lavorare sei giorni su sette?". In giro in centro c’è poca gente, "i turisti stranieri sono rarissimi ormai e si vedono poco anche quelli italiani. D’estate molti vanno verso il mare, qui viene a mangiare chi lavora o chi ha voglia di una cenetta carina. Faccio questo lavoro da 40 anni ma non ricordo di avere mai attraversato un periodo così buio".