"Tessere cammini di pace iniziando dalle nostre case"

Pasqua, il messaggio dell’arcivescovo Francesco Massara

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di Lucia Gentili

"Carissimi sorelle e fratelli, non vi nego che avevo sperato in una Pasqua migliore ma, per le tristi e purtroppo note vicende sociali, sanitarie, economiche e internazionali che continuano a ferire il mondo, sembra quasi impossibile viverla e celebrarla con autentica gioia nella quotidianità della nostra vita". Inizia così il messaggio pasquale monsignor Francesco Massara, arcivescovo di Camerino-San Severino e vescovo di Fabriano-Matelica. Che porta però con sé la speranza della risurrezione. "La morte è entrata così prepotentemente nella nostra vita, da avvelenare il cuore e occuparne tutti gli spazi – prosegue –. Se perdiamo la speranza che le cose possano cambiare perché la crisi economica si fa sentire, perché la ricostruzione stenta a ripartire, perché i lavoratori rischiano di essere lasciati a casa, viviamo la morte della nostra dignità. Se guardiamo inermi i nostri bambini, i ragazzi e i giovani che lentamente stanno perdendo tempo preziosissimo destinato a costruire le loro relazioni, viviamo la morte del futuro. Se guardiamo fuori dai nostri confini e restiamo attoniti ascoltando le terribili notizie della guerra, viviamo la morte della pace e della civiltà umana. Certo, è veramente pesante questo tempo, non possiamo nascondercelo, ma in questo buio e ombra di morte, ancora una volta, si fa strada una luce, un annuncio, un’incredibile e inaudita speranza: ’Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto’. (Lc 24,1-12). È risorto, se già qui e ora anticipiamo qualcosa di ciò che vivremo in pienezza alla fine della storia. È risorto, se la gioia pasquale, nonostante i problemi, le fatiche e le sofferenze, diventa segno distintivo della nostra fede. È risorto, se un uomo e una donna sono in grado di camminare nella fedeltà del dialogo e del perdono reciproco. È risorto, se siamo disposti a ridare speranza a chi l’ha perduta, fede a chi cerca risposte, amore a chi soffre. È risorto, se siamo in grado di operare un servizio generoso e senza interessi di parte per il bene della comunità civile. È risorto se siamo disponibili all’accoglienza solidale, a generosità senza confini, a tessere cammini di pace iniziando dalle nostre case e dalle nostre comunità. Auguro a tutti una Santa Pasqua, da celebrare con amore e santità di vita".