"Troppi aumenti, è difficile andare avanti"

Dalle bollette alle materie prime, anche il titolare dello storico Genny’s Pub deve fare i conti con i rincari. "Potrei ridurre il personale"

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di Diego Pierluigi

"Con queste bollette speriamo di farcela". Non getterà la spugna, almeno per ora Silvano Bajoni titolare, insieme ai figli Stefano e Stefania e alla moglie Giuliana, del "Genny’s Pub" che, dal 1996 è un punto di riferimento per tanti giovani e famiglie oltre a essere uno dei fari del centro storico di Corridonia. Nella stagione estiva resta chiuso, ma ora le luci sono riaccese e l’impatto non è di certo stato dei migliori se si considera che, oltre ai clienti, dalla porta sono entrati anche tutti i rincari che sono oramai noti ai tanti gestori di attività commerciali.

"Abbiamo riaperto il 7 settembre, ma se il passo è questo il futuro non è roseo – osserva sconsolato Bajoni –: la prima spesa nell’immediato è stata il gas, l’anno scorso pagavo tra 600 e 650 euro al mese, ora siamo a più di 1.500. Fortunatamente per l’energia elettrica ho il prezzo bloccato fino dicembre, ma non voglio immaginare cosa sarà il dopo se non cambiano le cose – aggiunge –. Negli ultimi giorni sono arrivate delle cartelle dell’Inps da pagare quasi in una volta, in quanto i termini di scadenza sono ravvicinati, per un ammontare di oltre 3.000 euro. Durante il periodo Covid erano stati sospesi i versamenti dei contributi a favore di dipendenti e personale, ora non è più così però sopraggiungono tutti insieme". A pensare che l’esperienza così come il lavoro per "tenere botta" non mancherebbe considerando i quasi 27 anni di attività. "A memoria non ricordo un momento tanto complicato – dice –: forse dopo il sisma e durante il lockdown, ma qualche piccolo aiuto arrivò e ci fece comodo, visto che anche se non si lavora, le spese come quelle di gestione corrono lo stesso". Di pari passo sono andati anche gli aumenti delle materie prime. "Ad esempio, una tanica di olio per friggere da 20 litri prima costava 28 euro ed ora 68, in più utilizzo qualche prodotto particolare, che fanno parte della mia proposta messicana, anche questi hanno registrato un 45% in più come il 20% per la farina della pizza". Quali accorgimenti prendere per sopravvivere? "Pensavo di tagliare il menù e ridurre il personale ma è rischioso, significherebbe un servizio più scarso – afferma Bajoni –: non posso aumentare il prezzo delle pietanze perché non ho intenzione di mettere le mani in tasca ai clienti, che hanno già i loro problemi e non voglio sacrificare la qualità – chiosa –. Non ci siamo dati un tempo, speriamo sempre che la situazione migliori ma giungerà l’attimo in cui prenderlo sul serio. Finché possiamo siamo qui: già siamo reduci da una pandemia, ora sembra che ne sia cominciata una seconda".