Alice Neri, il fratello di Mohamed: "Sta tornando in Italia, chiarirà tutto"

Bassem Gaaloul difende Mohamed che si troverebbe in Svizzera: "Non c'entra con la morte di Alice"

Modena, 12 dicembre 2022 – "Mio fratello ieri ha parlato con le forze dell’ordine in Svizzera, domani (oggi per chi legge, ndr ) viene a casa. Ha telefonato anche ai carabinieri di Modena perchè la sua intenzione è quella di tornare. Sicuramente torna perchè non ha fatto niente e non ha paura di niente".

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Mohamed Gaaloul, 29 anni, il tunisino indagato e ricercato e Alice Neri
Mohamed Gaaloul, 29 anni, il tunisino indagato e ricercato e Alice Neri

La famiglia di Mohamed Gaaloul fa quadrato attorno all’uomo che fino a ieri pare si trovasse in Svizzera, difendendolo a spada tratta. Parliamo del tunisino di 29 anni indagato per l’omicidio di Alice Neri, la mamma 32enne il cui corpo è stato trovato carbonizzato in auto tre settimane fa, nelle campagne di Concordia.

A parlare è il fratello del tunisino ricercato e per il quale è scattato un mandato di cattura internazionale. Bassem Gaaloul ripete all’infinito che "il fratello non ha nulla a che fare" con il terribile delitto di Alice Neri. Però emergono diverse contraddizioni nel racconto di moglie e marito, che non possono essere ignorate.

"Lui è qua con me in Grecia", ci aveva confidato sabato la giovane moglie di Mohamed al telefono. Eppure Mohamed risulta essere arrivato in Svizzera, pare dopo essere passato dalla Germania. E ancora: "Mio marito era con me quel giovedì sera, credo sia rientrato intorno alle 2, non ricordo con esattezza l’orario, ma era presto". Il riferimento è appunto alla notte in cui Alice Neri è rimasta al bar di Concordia, lo Smart Cafè, con il collega Marco. Nelle stesse ore si trovava lì anche lo straniero ricercato. Il 29enne avrebbe confidato ai parenti che proprio quella notte, dopo aver giocato alle slot aveva chiesto ad una ragazza sconosciuta (Alice) un passaggio verso casa di un parente.

"Vorremmo sapere perchè mio marito è sospettato – sottolinea la moglie dell’uomo, che solo poche settimane fa, a Concordia, aveva sposato il giovane tunisino – era al bar nelle stesse ore in cui è stata vista la donna uccisa, ma è un locale pubblico dove andiamo spesso, perchè viviamo a poca distanza. Qual’è il problema? Ce l’hanno con lui perchè è tunisino – tuona la donna che sostiene di essere andata dai parenti, in Grecia, per il viaggio di nozze – Mio marito è innocente".

Il fratello dell’uomo ribadisce che Mohamed è in procinto di rientrare in Italia ma gli inquirenti mantengono lo stretto riserbo: nulla trapela sul caso ufficialmente. Ciò che i parenti del 29enne sostengono con forza è che Mohamed non conoscesse Alice eppure in paese c’è chi afferma con certezza che vittima e indagato (il terzo, dopo il marito Nicholas e il collega Marco) si frequentassero da tempo. Di certo il 29enne, quel giovedì notte, si trovava all’interno del bar di Concordia dove Alice e l’amico si erano dati appuntamento e forse non aveva atteso a caso che i due si salutassero. Il giovane infatti avrebbe fatto la ‘spola’ tra il bar e il locale slot almeno fino alle due del mattino.

Un altro dato certo è che Mohameed alle 2.40 è entrato nell’auto della vittima, che da circa dieci minuti era ferma poco distante dal parcheggio del locale. Dalle telecamere, infatti, sarebbe arrivata la conferma. Il tunisino voleva davvero un passaggio? E’ vero che Alice e Mohamed si conoscevano da tempo – ipotesi più plausibile – e magari si erano dati a loro volta appuntamento quella notte? Se fosse davvero così, cos’è accaduto dopo? Gli inquirenti lavorano ininterrottamente per cercare di mettere insieme i tasselli di un puzzle sempre più difficile da ricostruire.