Biblioteca Estense Modena, preziose mappe e testi rarissimi ora sono sul web

Presentata la Digital Library della biblioteca: "Un vero laboratorio di ricerca per condividere e personalizzare oltre 700mila pagine"

Il pubblico che ha partecipato alla presentazione della Digital Library ad Ago

Il pubblico che ha partecipato alla presentazione della Digital Library ad Ago

Modena, 8 dicembre 2019 - E’ già on-line sul sito temporaneo staging.esten.se , che cambierà nome quando la piattaforma sarà definitivamente pronta. Al momento nella digital library della Biblioteca estense di Modena è stato caricato il 75% del materiale previsto dal progetto di digitalizzazione che riguarda il fondo cartografico estense (800 mappe), il repertorio musicale e l’archivio di Ludovico Antonio Muratori. La piattaforma sarà completa a giugno ma ieri è stata presentata nel corso di un incontro pubblico ad Ago. Un formidabile strumento a disposizione di studenti e ricercatori, una nuova opportunità di conoscenza per gli appassionati di filosofia, storia, musica e geografia: la digital library della Biblioteca Estense renderà fruibili on-line oltre 700mila pagine digitalizzate. L’incontro è stato introdotto da Paolo Cavicchioli, presidente della Fondazione di Modena che ha finanziato il progetto Estense Digital Library e Martina Bagnoli, direttrice delle Gallerie Estensi, con contributi di Giulio Blasi, amministratore delegato di MLOL, la prima rete italiana di biblioteche digitali; Giorgio Spinosa di Hyperborea e Andrea Zanni di MLOL, coordinatori del progetto; Luca Panini, amministratore delegato della Franco Cosimo Panini Editore. Ha partecipato all’incontro Jeffrey Schnapp dell’Università di Harvard, uno dei pionieri dell’umanesimo digitale (digital humanities), un ambito della ricerca scientifica che sperimenta le infinite possibilità di interazione tra nuove tecnologie e discipline umanistiche. «In questi primi otto mesi di lavoro alla Biblioteca Estense è stata recuperato l’Archivio di Ludovico Antonio Muratori, già oggetto di intervento, e realizzata ex novo la digitalizzazione delle raccolte musicali e delle mappe geografiche degli Estensi», spiega Zanni . Lo studio e la catalogazione di parte del materiale digitalizzato sono stati svolti da tre assegnisti del Dipartimento di studi linguistici e culturali dell’Università di Modena e Reggio Emilia. La piattaforma sarà progressivamente arricchita di altre opere pubblicate on line nella loro interezza, pagina per pagina. Le immagini saranno confrontabili con le opere di altre collezioni internazionali già digitalizzate e disponibili on line. Tutto questo è reso possibile da uno strumento, il visualizzatore IIIF, grazie al quale un’immagine ad altissima definizione diventa comparabile con altre, editabile con strumenti di photoediting e annotabile liberamente. E’ la prima volta che una grande biblioteca italiana rende disponibile tutto il patrimonio digitalizzato secondo il protocollo IIIF, così come avviene nelle principali biblioteche del mondo, dalla Oxford Bodleian Library alla Bibliothèque Nationale de France. La piattaforma di Estense Digital Library è dotata di funzioni per l’annotazione collaborativa e potrà essere utilizzata per progetti di crowdsourcing: studiosi da ogni parte del mondo potranno collaborare agevolmente, abilitando al contempo il contributo di studenti e appassionati, che verrà poi filtrato e controllato dal personale incaricato dalle Gallerie Estensi. Il crowdsourcing è pratica consolidata e adottata dalle principali istituzioni del mondo, come la New York Public Library, o in progetti di citizen science come Zooniverse. «La piattaforma è fruibile da tutti ma l’utente registrato può compiere azioni avanzate – aggiunge Zanni – Con lo zoom si possono ingrandire i dettagli ad esempio delle mappe, condividerli, linkarli e prendere appunti direttamente sul documento digitale, che viene quindi personalizzato. Insomma, abbiamo creato un vero e proprio laboratorio di studio e ricerca». Secondo Zanni, «la digital library darà la possibilità a ricercatori che abitano all’estero di studiare i documenti estensi senza spostarsi, mentre la biblioteca tradizionale resta a disposizione di chi vuole ancora toccare con mano le pergamene, magari per verificarne lo stato di conservazione».