CronacaFerrari attacco hacker: "Vi abbiamo rubato documenti riservati". Ma resta il mistero

Ferrari attacco hacker: "Vi abbiamo rubato documenti riservati". Ma resta il mistero

Una cybergang rivendica l’azione, avrebbe sottratto 7 gigabyte di materiale top secret annunciando l’incursione su internet. Ma il Cavallino: "Non abbiamo alcuna evidenza di una violazione dei nostri sistemi". Bucato il server di un’azienda consociata

Uscita operai Ferrari Maranello

Uscita operai Ferrari Maranello

Modena, 4 ottobre 2022 - Documenti riservati di una delle aziende più famose al mondo, la Ferrari, rubati. Una cybergang (banda di pirati informatici) che rivendica l’hackeraggio on line; e il Cavallino che per una volta frena: "Ferrari è consapevole del fatto che alcuni media hanno segnalato la possibile perdita di informazioni da parte di Ferrari e la presenza di alcuni documenti online. – dice una nota ufficiale della casa di Maranello – Ferrari non ha alcuna evidenza di una violazione dei propri sistemi o di ransomware (attacco con richiesta di riscatto) e informa che non c’è stata alcuna interruzione del proprio business e dell’operatività. L’azienda sta lavorando per identificare la fonte dell’evento e metterà in atto tutte le azioni necessarie". Tradotto: alcuni documenti potrebbero essere finiti su internet, ma non è detto che la causa sia un attacco informatico alla Ferrari. Anzi, l’ipotesi più accreditata è che l’infiltrazione sia avvenuta ai danni di un’azienda consociata, ai quali sono stati sottratti i dati commerciali di Ferrari (non relativi a progetti tecnici). Insomma, non sarebbero i sistemi Ferrari quelli ’bucati’ dai pirati informatici ma è comunque il Cavallino a farne le spese. Gli hacker che detengono dunque il ’bottino’ potrebbero aver chiesto un riscatto in criptovaluta.

A diffondere la notizia sono stati gli stessi pirati informatici che si fanno chiamare RansomEXX con un post pubblicato sul loro sito, poi rilanciato da altri portali specializzati in notizie informatiche che riportano la scritta "hacked" sopra il logo del Cavallino rampante. In particolare, sarebbero finiti in rete 7 gigabyte di documenti interni pare di natura commerciale.

"Il ransomware, è una tipologia di malware che viene inoculato all’interno di una organizzazione, per poter cifrare i dati e rendere indisponibili i sistemi. Una volta cifrati i dati, i criminali chiedono alla vittima il pagamento di un riscatto, da pagare in criptovalute, per poterli decifrare", si legge su redhotcyber.com.

Quanto accaduto nelle ultime ore non rappresenta una prima volta per i documenti riservati della Ferrari: in passato ne aveva approfittato anche la cybergang chiamata Everest che, dopo aver violato l’azienda italiana Speroni (azienda che fornisce componentistica per le auto sportive), era riuscita a pubblicare numerosi documenti del Cavallino rampante in loro possesso, ma anche di Lamborghini e Maserati. Una notizia, quella del presunto attacco informatico di ieri, che ha vuto ripercussioni anche in Borsa: da Piazza Affari fanno sapere che tra i titoli sotto pressione sul Ftse Mib anche Ferrari che lascia l’1,02%, dopo essere stata tutto il giorno al centro di un presunto leak da 7 gigabyte.

"Le infezioni da ransomware possono essere devastanti per un’organizzazione e il ripristino dei dati può essere un processo difficile e laborioso che richiede operatori altamente specializzati per un recupero affidabile, e anche se in assenza di un backup dei dati, sono molte le volte che il ripristino non ha avuto successo", conclude il sito redhotcyber.com.