Mandato di cattura per Mohamed "Conosceva Alice da un anno"

Il tunisino ricercato per l’omicidio della 32enne abitava in via per Vallalta e si troverebbe in Germania. Un testimone chiave: "Si è sposato pochi giorni prima del delitto ma frequentava quella ragazza"

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di Flavio Viani

e Valentina Reggiani

C’è un mandato di cattura europeo nei confronti di Mohamed Gaaloul, 29enne tunisino originario di Bradaa, nella provincia di Mahdia, indagato per omicidio volontario e distruzione di cadavere. I carabinieri del reparto operativo di Modena lo stanno cercando tra Francia e Germania nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Alice Neri, la 32enne di Ravarino uccisa e carbonizzata nella sua auto ritrovata bruciata nelle campagne di Fossa di Concordia. La moglie si trova in Grecia a casa di parenti.

Mohamed è sparito da Concordia, dove abitava appunto con la moglie in via per Vallalta, nei pressi dell’incrocio con via Mazzalupi, il giorno dopo la scoperta del cadavere. La casa rossa perquisita dai carabinieri è vicina al luogo in cui è stato trovato il cadavere bruciato di Alice. La famiglia italiana che ha affittato l’appartamento alla coppia dice di non sapere nulla mentre in paese molti conoscono Mohamed che - sebbene clandestino, almeno fino a prima del recente matrimonio - abitava a Concordia da tempo. Qui abitano anche i suoi fratelli, qui faceva lavori saltuari da muratore e imbianchino.

Ma come si collega ad Alice? E’ stato ripreso dalle telecamere dello Smart Cafè la sera in cui la donna si è incontrata con Marco, il collega di lavoro della Wam di Cavezzo con il quale la sera del 17 novembre si è intrattenuta nel locale oltre l’orario di chiusura e che è anch’egli indagato per omicidio volontario, essendo l’ultimo ad aver visto ’ufficilamente’ Alice. Mohamed si aggirava tra il bar e la vicina sala slot. L’ipotesi investigativa è che il tunisino abbia ’agganciato’ la vittima quando Marco se ne è andato, dopo le 2 di notte. Ma Alice e Mohamed si conoscevano? Secondo indiscrezioni, pare di sì. Alcuni conoscenti di Mohammed Gaaloul raccontano infatti che "frequentava Alice da un anno e mezzo, lui faceva dei lavoretti come l’imbianchino, pare fosse in cattive amicizie – dice un testimone chiave – Si è sposato pochi giorni prima della morte di Alice, poi è sparito nel nulla. Speriamo che lo prendano presto, chi fa una cosa del genere deve pagare, bruciare il corpo è una cosa bruttissima. Vogliamo sia preso, se è stato lui, perché questa storia ’sporca’ tutti noi tunisini che siamo qui per lavorare". Dalle testimonianze raccolte in paese tra la comunità tunisina, insomma, pare che la ragazza conoscesse l’uomo ora ricercato. E’ possibile che Alice fosse finita in un ’brutto giro’? E’ questa, ora, la domanda che gli inquirenti si pongono pur non abbandonando le altre piste. Ricordiamo infatti che per il delitto restano indagati sia il marito di Alice, Nicholas Negrini, sia il collega Marco con cui aveva preso il lungo aperitivo nella notte in cui, presumibilmente, è morta. Il cadavere bruciato nel bagagliaio della Ford Fiesta della donna è stato trovato verso le 21 del giorno dopo in una zona sperduta di Fossa. L’ipotesi ora più accreditata è che sia stato Mohamed a condurla lì, guidando l’auto o costringendola ad andare verso via Griffona. Il movente, invece, è tutto da costruire. Non è escluso nemmeno quello economico.

Mentre va verso l’archiviazione la posizione del marito Nicholas, che interrogato l’altro ieri ha fornito anche una lista di nomi di persone sospette agli inquirenti, (l’uomo ha sempre detto di essere stato a casa con la figlia di 4 anni quella notte), sono ancora in corso gli accertamenti su Marco che però - secondo quanto trapelato dalle telecamere vicine al bar - avrebbe lasciato Alice dirigendosi verso casa mentre la Fiesta della donna sarebbe rimasta parcheggiata davanti allo Smart ancora dieci minuti, per poi imboccare la direzione opposta.