Mohamed catturato in Francia

Omicidio di Alice Neri, è finita la fuga del presunto assassino

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di Valentina Reggiani

Ha cercato di fuggire, aiutato da qualcuno e muovendosi velocemente tra i confini di Francia, Germania e Svizzera. Lo avevano individuato in due differenti rifugi ma era riuscito a sfuggire, pur essendosi dichiarato innocente. Non ieri però, quando Mohamed Bedoui Gaaloul, tunisino di 29 anni e presunto omicida di Alice Neri, la giovane mamma 32enne trovata carbonizzata nella sua auto a Fossa di Concordia il 18 novembre scorso, è stato ammanettato in Francia. La cattura è stata effettuata dal personale del servizio di polizia giudiziaria del commissariato di Mulhouse, con il supporto della brigata di ricerca e intervento di Strasburgo dopo serratissime indagini condotte dai carabinieri di Modena. Sono ancora tanti i punti oscuri che ruotano attorno alla vicenda: vittima e presunto assassino si conoscevano davvero? "Non abbiamo elementi per confermarlo", ha spiegato ieri il procuratore capo Luca Masini, anche se testimoni assicurano che i due si frequentavano. Qual è il movente di un così efferato delitto? Perchè Mohamed alle 3 del mattino di quel giovedì sera e in bicicletta è tornato al bar dove si era recato poco prima, all’ormai noto Smart Cafè e dove Alice stava trascorrendo la serata con l’amico e collega Marco? Il pm Claudia Natalini ha spiegato come a giocare un ruolo fondamentale nelle indagini siano state le immagini di videosorveglianza. "Erano tante le telecamere da visionare, tanti filmati, tante ore col buio e la difficoltà di capire che tipo di macchina si spostava. L’elemento decisivo è stato acquisito tra il 24 e il 25 novembre quando abbiamo cercato di identificare tutte le persone che erano dentro allo Smart Cafè o nella vicina sala giochi. A quel punto ci siamo accorti che la persona gravemente indiziata è arrivata in bicicletta verso le 3. Alice lascia lo Smart Cafè alle 3.40 ma, mentre l’amico se ne va Alice resta in auto altri dieci minuti. Verso le 3 arriva l’indiziato in bicicletta. La bicicletta resta lì: non si vede l’auto di Alice ma c’è un movimento da cui sembra che il tunisino vada verso l’auto poco prima che parta. Le telecamere non lo inquadrano tornare a prendere la bici, che resta lì: l’unica possibilità è che se ne fosse andato sulla Ford di Alice. Questa è stata la svolta". Ma Alice non è rimasta a quanto pare ‘in balia’ del suo assassino per molto tempo: pare che il presunto omicida l’abbia uccisa poco dopo quell’incontro fatale. Dalle indagini è emerso infatti come il fumo proveniente dalla Ford data alle fiamme sia stato avvistato già alle 7 di venerdì mattina nelle campagne di Concordia: un luogo che l’indagato ben conosceva e frequentava.

I tempi di consegna all’Italia, nel caso in cui il 29enne si opponga sono lunghi ma già oggi il sospettato potrebbe essere sottoposto ad interrogatorio. Ieri il colonnello Caterino ha ringraziato il personale del nucleo investivativo dei carabinieri di Modena che ha lavorato senza sosta dal giorno del ritrovamento del cadavere. Il pm Giuseppe Amara, co-titolare del fascicolo ha spiegato come la ‘sfortuna’ sia stata che il tunisino si trovava in un luogo di confine tra tre Stati. "C’è stato più di un tentativo di giungere alla cattura, ma la localizzazione del sospettato non è mai stata persa". Il tunisino era stato localizzato almeno tre volte ma era scappato prima in Germania poi in Francia dopo un passaggio in Svizzera. Non risulta abbia opposto resistenza alla cattura ma gli inquirenti hanno confermato come il giovane sia stato aiutato nella fuga. Le indagini non sono terminate. Quella effettuata dai militari è stata una indagine complessa dalla quale, pare, usciranno gli iniziali indagati, ovvero il marito di Alice, Nicholas e l’amico Marco. "Sono lieta di dire oggi che sono quasi certamente innocenti", ha sottolineato infine il pm Natalini.