Sigonio, caos cantiere. "E i ragazzi aumentano"

Il preside Caiti: "Presto supereremo i mille iscritti, servono tre nuove classi. Per fortuna qui in via Del Lancillotto il Comune ci supporta"

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di Stefano Luppi

Il restauro della storica sede del liceo di scienze umane e musicali Carlo Sigonio di via Saragozza 100, edificato come convento nel ‘500 e divenuto "scuola pubblica comunale per le maestre" nel 1898, rischia di divenire infinito, prima a causa del fallimento della prima impresa qui attiva nel 2018 e ora a causa della sospensione del lavori decretata dal tribunale di Treviso nei confronti dell’impresa di Bolzano che è subentrata nell’appalto pubblico.

Se questo è l’aspetto fortemente negativo della vicenda – con il settore lavori pubblici del Comune impegnato ora a capire che fare, come spiegava ieri al Carlino l’assessore Andrea Bosi – quello positivo lo riferisce il dirigente scolastico della scuola Claudio Caiti.

Da anni il Sigonio è in via del Lancillotto e si allarga visto che l’anno prossimo supererà i mille alunni: "Oggi gli studenti – dice il professor Caiti – sono 960 e abbiamo già comunicato al Comune che supereremo le mille unità, ci saranno tre nuove classi. Debbo dire – continua il dirigente – che l’amministrazione comunale ci supporta, sono spesso in contatto con l’assessore al centro storico Andrea Bosi e alla scuola Grazia Baracchi". Il dirigente illustra la situazione: "In questa ampia sede tutto procede e siamo aiutati dal fatto di non avere succursali dispersive. Certo, sarei felice di tornare nella scuola storica, ma questa volontà non dipende purtroppo dal Comune che non può fare nulla se le imprese si fermano. Ora appunto – continua – siamo concentrati, con Bosi e i tecnici comunali, per razionalizzare gli spazi".

Anche il covid si è calmato e nonostante tutto si va ancora in classe con la mascherina fino a fine anno: "Sì gli studenti sono bravissimi – termina il numero uno del Sigonio – qualche caso di positività c’è, ma siamo quasi tornati a una normalità simile a quella precedente la pandemia. E anche gli esami saranno normali, a parte l’obbligo di protezione fino a fine anno scolastico".

Resta, appunto, da comprendere che accadrà ora nel cantiere in centro, il cui esordio venne illustrato alla stampa in pompa magna nel giugno di quattro anni fa dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli e dal vice Gianpietro Cavazza. Allora i lavori di oltre 6 milioni di euro erano stati affidati tramite gara d’appalto alla ditta Pessina, prima di affidarli alla seconda in graduatoria, la Emaprice di Bolzano che, pochi mesi fa, ha depositato la richiesta di ammissione al concordato per evitare il fallimento.

In mezzo, nel gennaio 2019, ci fu un secondo sopralluogo dell’amministrazione in via Saragozza e anche nell’occasione si parlò di efficienza del cantiere. Ora occorre attendere: se l’ultima data per la fine lavori era il 2023 non è difficile preventivare che serviranno almeno un paio di anni in più.