Strage di Corinaldo, la banda dello spray. "Mi minacciavano, erano sempre drogati"

Il ricettatore della gang: "L’accusa di associazione a delinquere è caduta per tutti, ma non per me. Chiedo la revisione"

La strage alla Lanterna Azzurra

La strage alla Lanterna Azzurra

Modena, 1 agosto 2020 - "La verità? Mi facevano paura. Mi sono trovato dentro ad una situazione molto più grande di me senza averne inizialmente percezione. Ma la cosa che ancor più mi lascia perplesso è sapere che è caduta l’accusa di associazione a delinquere per tutto il gruppo ma così non è stato per me. Quindi? Mi sarei associato da solo secondo i giudici?".

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A parlare è Andrea Balugani, il 65enne titolare del ‘Compro Oro’ di Castelfranco accusato dagli inquirenti di essere stato il ricettatore ufficiale della banda dello spray condannata ieri per la strage di Corinaldo. Balugani, accusato di associazione a delinquere appunto e ricettazione quasi un anno fa, davanti al gip di Ancona, ha patteggiato una pena a quattro anni e due mesi, saldando il proprio conto con la giustizia. Nel corso dell’interrogatorio il commerciante aveva spiegato come la banda inviasse intimidazioni nel caso in cui si fosse rifiutato di acquistare i gioielli. "Tu non sai con chi hai a che fare...". Ed oggi conferma i suoi timori nei confronti del gruppo.

"Venivano sempre in quattro o cinque e sempre sotto l’effetto di stupefacenti. Si sentivano dei grandi uomini. Il problema è che c’era sempre una velata minaccia: occorreva fare quello che dicevano loro. Subito pensavo che quei gioielli arrivassero dalle loro case; quando mi è sorto qualche dubbio mi hanno chiaramente detto che era meglio se mi facevo gli affari miei. Mi facevano presente che sapevano dove abitavo; dove vivevano i miei. Mi sono sentito minacciato per almeno due anni. Non è stato facile. E alla fine mi sono beccato l’associazione a delinquere perchè ho patteggiato la pena". Ora il commerciante è intenzionato a chiedere la revisione del processo.

Intanto i legali dei giovani Ugo Di Puorto, Raffele Mormone, Badr Amouiyah, Andrea Cavallari, Moez Akari e Souhaib Haddada, poco più che ventenni e condannati a pene dai 10 ai 12 anni attendono le motivazioni della sentenza. Per Di Puorto e Mormone la procura aveva chiesto 18 anni; sono stati condannati a 12 anni e 4 mesi. "E’ un punto di inizio per l’accertamento della verità – spiega l’avvocato Pierfrancesco Rossi – Sono stati giudicati innocenti per quanto riguarda l’associazione a delinquere. Pensiamo che sia giusto che le famiglie delle vittime e dei feriti conoscano la verità. Abbiamo sollevato perplessità sulla causa scatenante l’esodo dalla discoteca che riteniamo non possa essere addebitata alla bomboletta spray con il dna di Di Puorto: vi sono fattori alternativi come l’utilizzo dei fumi coreografici. Vi è un grosso punto rimasto inesplorato, quello della macchina che produceva i fumi".

Il legale di Andrea Cavallari, l’avvocato Francesco Muzzioli spiega come vi sia stato "un primo elemento di riconoscimento rispetto a quanto sostenuto. Ora si tratterà di capire quali sono le basi del concorso morale contestato". Secondo poi gli avvocati Marchiò e Scalera, che difendono Souhaib Haddada: "La riduzione della pena c’è stata ma il nostro assistito è estraneo al tumulto e fatica a pensare di aver avuto la stessa condanna degli altri".