REDAZIONE MODENA

Azzi deve arginare Berardi, sfida Maxime Lopez-Gargiulo

Nel derby che torna dopo sette anni, l’identità e la filosofia dei due tecnici, Alessio Dionisi e Attilio Tesser, disegnano sin da subito il confronto tra due metodologie di gioco estremamente diverse eppure entrambe efficaci nei rispettivi contesti. Tra l’altro, il campo racconta che per entrambi questa sarà la seconda stagione alla guida rispettivamente di Sassuolo e Modena. Nulla di straordinario per il tecnico canarino, ma per quello neroverde la situazione cambia: da quando allena tra i professionisti, Dionisi non era mai rimasto più di un’annata su una panchina.

Il dato pare una curiosità ma è, al contrario, un significativo elemento di analisi perché segnala continuità: significa che il suo Sassuolo, dopo avere introiettato i principi di gioco dell’allenatore, ora può solo raffinarli. Il possibile 4-3-3 iniziale – spesso provato in ritiro – non è una novità quale sistema di gioco (lo si è visto più volte a partita in corso la passata stagione) e comunque non sposta i canoni di un gioco che sorge dalle uscite da dietro e si giova dello scambio palla a terra per progredire in mediana dove si proporranno – come contro la Vis Pesaro – Maxime Lopez a destra e Thorstvedt a sinistra. Il Modena, non pressando alto come consuetudine, consentirà al Sassuolo di sfruttare l’arma e fare la partita, tentando però di bloccare le linee di passaggio con la densità a centrocampo, ed è lì che saranno fondamentali le letture di Gargiulo sui movimenti del francese e di Armellino sul novergese.

I gialli rischiano negli scambi sullo stretto che potrebbero indirizzare la partita sui binari neroverdi e la tendenza, in fase di non possesso, a lasciare all’avversario lo sviluppo sulle corsie esterne costringerà Azzi al lavoro sporco su Berardi, giacché è probabile sia lui l’uomo più cercato del tridente.

Con tanti nuovi e diverse assenze la manovra del Modena non sarà oliata ma la struttura fisica dei giocatori in campo consente il dominio sulle palle alte in avanti. A Gerli e Mosti il compito di inventare il gioco, dall’altra parte occhio ai movimenti offensivi del neoacquisto Alvarez, ben poco scontati.

Lorenzo Longhi