ALESSANDRO TRONCONE
Sport

Il genietto dei Balcani entra e decide il derby. Un gol capolavoro manda in estasi il Braglia

Gialli avanti dopo 42 secondi ma pieni di rimpianti a fine primo tempo. Nella ripresa reazione granata. Poi il 22enne Bozhanaj la mette nel sette

Il genietto dei Balcani entra e decide il derby. Un gol capolavoro manda in estasi il Braglia

Il genietto dei Balcani entra e decide il derby. Un gol capolavoro manda in estasi il Braglia

Questione di qualità. Di bravura. E di personalità, quella che non solo hanno i giocatori esperti. Fa festa Modena, il destino ha scelto la parte gialloblù del Secchia e ha scelto di incoronare re del derby un ragazzo di 22 anni, molto più grande dell’età anagrafica. Perché la grandezza si misura dai piedi e, come canta De Gregori, dal coraggio.

Un battito di ciglia, nemmeno 42 secondi, e il Modena è già avanti e nell’azione del gol si capisce limpidamente quanto Falcinelli sia importante in un contesto del genere: Tremolada in profondità per l’attaccante, sponda deliziosa per l’accorrente Manconi che entra in area e batte Bardi. Gol dell’ex, per lui una ventina di presenze nel 2016. Risulterà essere pure poco per i canarini appena una rete, perché al 14’ e al 22’ Bardi si traveste da supereroe e nega la gioia del gol proprio a Falcinelli con due interventi prodigiosi. Il portiere della Reggiana è decisivo anche su Manconi poco dopo la mezz’ora. Il quadro del primo tempo è questo: la qualità della formazione del Modena è evidentemente un gradino avanti rispetto alla formazione granata, entrambe hanno assenze importanti ma i canarini vanno all’intervallo col rimpianto di non aver segnato il secondo gol, non solo per le occasioni create ma anche per quelle situazioni potenzialmente pericolose mancate per un ultimo passaggio errato o per una scelta non opportuna sulla trequarti. La Reggiana resta in vita, pur nelle sue difficoltà. E quando una squadra assapora l’idea di essere stata in qualche modo graziata, ad inizio ripresa raramente sbaglia l’approccio e così fa anche la squadra di Nesta. Al 50’ il cross dalla sinistra di Pieragnolo trova all’appuntamento un colpo di testa perfetto di Antiste (di proprietà del Sassuolo) che anticipa la difesa canarina per l’1-1: questo è il pallone, non c’è teoria alternativa che tenga. In quelle famose leggi che il calcio è stato capace di emettere nella sua storia, c’è pure quella che dice: sono spesso i più bravi a deciderla. Prendete carta e penna, se non l’avete già fatto a Catanzaro, e segnate sul vostro taccuino il nome di Kleis Bozhanaj. Al 70’ (pochi minuti dopo il salvataggio di Marcandelli sulla linea sulla botta sicura di Magnino) l’albanese prende la mira da 25 metri e la mette sotto l’incrocio. Applausi e giù il cappello. Resterà nelle menti e nei ricordi di ogni tifoso canarino presente in un Braglia da record di presenze (13.878). Resterà anche nella storia. Era questione di gloria, ma anche di qualità. Quella, a 30 come a 20 anni, è sempre decisiva.

Dirà a fine partita il patron Carlo Rivetti: "Una felicità che condivido con la squadra, con il mister e con tutti i nostri tifosi perché so quanto loro ci tenessero a questa partita e, soprattutto, a questa vittoria. Continuiamo su questa strada con fiducia e concretezza".