Il Sassuolo e lo spettro retrocessione. Nove neroverdi ci sono già passati

Fra le squadre in lotta quella di Dionisi ha in rosa un numero minore di giocatori in passato scesi di categoria

Il Sassuolo e lo spettro retrocessione. Nove neroverdi ci sono già passati

Il Sassuolo e lo spettro retrocessione. Nove neroverdi ci sono già passati

di Lorenzo Longhi

SASSUOLO

Chi la retrocessione sa cosa significhi, avendola vissuta sulla propria pelle, è colui che meglio di chiunque altro ne conosce il peso, anche psicologico, che spesse volte tende a trasferirsi, in altre annate, in situazioni analoghe. Nella rosa del Sassuolo non sono molti i calciatori che hanno sperimentato in carriera la retrocessione sul campo, a prescindere dalla categoria: sono in 9 per un totale di 14 retrocessioni diverse, ma in molti di questi casi gli attuali neroverdi – ai tempi di stanza altrove – sono stati appena delle comparse e, in altri, hanno saltato per vari motivi le fasi decisive dei rispettivi tornei.

Comparse in annate storte sono stati Boloca, che retrocesse dalla D all’Eccellenza con la Romanese (9 presenze a mezzo servizio per la miseria di 289 minuti nel 2017-18) e Pedro Obiang caduto in B con la Sampdoria 2010-11 (4 spezzoni), ma anche Gianluca Pegolo con le sue due partite nel Verona di Malesani che finì in cadetteria nel 2001-02. Il terzo portiere neroverde di retrocessioni ne ha vissute quattro in totale, perché a quella citata vanno aggiunte la discesa dalla B alla C dell’Hellas nel 2005-06 (da titolare) e le due di Siena, nel 2009-10 come riserva e la 2012-13 da titolare.

I portieri, del resto, pagano spesso le colpe degli altri e, soprattutto nelle squadre meno attrezzate, fanno l’impossibile ma non i miracoli, e così come è accaduto a Pegolo anche Consigli (dalla A alla B con l’Atalanta 2009-10) e Cragno (tre volte: Cagliari dalla A alla B nel 2014-15 a mezzo servizio, Lanciano dalla B alla C per mezza stagione nel 2016, Cagliari 2021-22 da titolare, dalla A alla B) hanno provato una delle peggiori sensazioni possibili per un calciatore. Spesso, peraltro, con ben poche colpe. Matheus Henrique e Ruan Tressoldi sono retrocessi col Gremio dalla A alla B del Brasileirão (il campionato nazionale brasiliano che va da maggio a dicembre) nel 2021, un vero e proprio shock per il club gaucho, ma il centrocampista volò in Italia ad agosto, mentre solo il difensore lo ha vissuto sino in fondo. Restano da inserire nel computo le retrocessioni di Mulattieri (Crotone dalla B alla C nel 2021-22, ma saltando per infortunio gli ultimi due mesi, quando avrebbe fatto comodissimo) e Pinamonti (Frosinone 2018-19, dalla A alla B). Ora, scaramantici e pessimisti potrebbero chiedersi per quale motivo rivangare certi momenti, ma quanto elencato sopra serve a spiegare esattamente l’opposto, e cioè che i giocatori del Sassuolo sanno come si fa a mantenere la categoria: nelle loro carriere, infatti, quasi tutti possono vantare stagioni di ottime salvezze con diversi club e molti di loro hanno anche già vissuto in neroverde ottimi finali di stagione quando serviva. Il carico aggregato negativo dei precedenti di chi è in rosa, infatti, è molto meno pesante di quanto non accada in altre squadre che si trovano attualmente nella mischia della bassa classifica. E questo, psicologicamente, conta tantissimo.