Il Sassuolo torna in Serie B dopo undici anni. Disastro completato nel match col Cagliari

Al ’Mapei’ arriva la ventiduesima sconfitta. Anche nella gara da dentro-fuori la squadra non riesce a reagire. Giocatori contestati

Il Sassuolo torna in Serie B  dopo undici anni. Disastro completato nel match col Cagliari

Il Sassuolo torna in Serie B dopo undici anni. Disastro completato nel match col Cagliari

di Stefano Fogliani

REGGIO EMILIA

Tragedia in due atti al Mapei Stadium: il Sassuolo, incassando la 22ma sconfitta stagionale retrocede matematicamente in Serie B. Il primo atto si chiude alle 14 circa, dopo 6’ di recupero, con il Cagliari che vince 2-0 e festeggia la salvezza sotto la curva ospite e il Sassuolo che, sotto la sua, si prende quel che resta degli insulti che non si era ancora preso nel corso della gara. Il secondo atto si consuma invece tre ore dopo, quando i risultati di Empoli, Udinese e Frosinone condannano i neroverdi, facendo calare il sipario sul Sassuolo dei miracoli, in A da undici anni (e un giorno). Che la massima serie la abbandona confermando i limiti che lo avevano portato a giocarsi il tutto per tutto, peraltro perdendolo, ieri. Quando la paura ha fatto novanta, raccontando il nulla per due terzi di partita. Del resto se il Sassuolo non poteva perdere, le sue carenze strutturali e caratteriali dicevano anche che la squadra di Ballardini non poteva nemmeno sbilanciarsi troppo alla ricerca della vittoria.

Così, con il 5-3-1-1 apparecchiato da Ballardini in avvio non è che il Sassuolo non faccia – testa a lato di Pinamonti, minuto 25 – ma, ammettiamolo, non fa abbastanza. E il Cagliari rischia pochissimo. Due risultati su tre per i sardi, che gestiscono e ripartono, ma senza forzare. Unici acuti in avvio e chiusura di primo tempo, per loro, con Lapadula, ma niente di che, e nulla che ‘spinga’ il Sassuolo ad accelerare, anche perché le energie e le idee non ci sono, gli esterni difensivi restano bassi, e in avanti Laurientè e Pinamonti spendono energie e sudore ma sempre lontani, come i loro compagni di squadra, dalla porta di Scuffet. Ballardini, che aveva già perso Erlic nel primo tempo, alza il baricentro dopo l’intervallo (Defrel per Missori, 4-2-3-1) ma ne ottiene pochissimo anche quando smonta la mediana dando spazio a Boloca e Obiang. La contromossa di Ranieri è in Luvumbo, più mobile di Shomudorov, ed in linee più strette a rafforzare equilibri tuttavia mai troppo precari.

Altrettanto non si può dire di quelli del Sassuolo, di equilibri, in tilt non appena Ranieri ‘aziona’ altri cambi, aggiungendo freschezza e qualità ad un undici comunque fin lì saldo e salvo, ma ora in grado di far saltare il banco. Che salta, in effetti: la difesa neroverde rischia l’imbarcata una prima volta (fallo da rigore di Kumbulla su Lapadula, che era però in fuorigioco), la prende pochi minuti dopo, su mischia susseguente a calcio di punizione. Viola, entrato da 5’, batte, e Prati, appena entrato anche lui, capitalizza la mischia che ne segue. Tanto basta, perché da giocare ce ne sarebbe ancora, ma non per il Sassuolo, colpito e affondato: il raddoppio, che Lapadula firma su rigore – fallo, guarda un po’, di Kumbulla – è una sentenza.

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