Modena, l’ex presidente Baraldi:: "Serve pazienza, la società un vanto"

L’intervento a ’Gialli di sera’ su Trc: "La qualità c’è, Bianco è bravo. Bisogna aspettare le ultime dieci giornate"

Modena, l’ex presidente Baraldi:: "Serve pazienza, la società un vanto"

Modena, l’ex presidente Baraldi:: "Serve pazienza, la società un vanto"

di Alessandro Bedoni

Nello sport, soprattutto nel calcio, ha lasciato un segno al livello dirigenziale. Parliamo di Luca Baraldi, oggi ad della Virtus Bologna Basket, che è stato dirigente di alto livello, negli anni, di Parma, Lazio, Bologna, Padova e soprattutto, da modenese doc, presidente del Modena dal 2006 al 2007. Baraldi, durante la trasmissione condotta da Paolo Reggianini ’Gialli di sera’ andata in onda lunedì scorso sulle frequenze di Trc, ha parlato a trecentosessanta gradi della sua esperienza nella società canarina, della quale, ricordiamo, era stato anche calciatore alla fine degli anni Settanta, andando anche sull’attualità: "Il Modena lo seguo, è la squadra del mio cuore. Purtroppo non riesco quasi mai a vederla ma mio padre, che è un grandissimo tifoso, mi racconta ogni partita. Ha una grande società, molto seria, con un grande progetto tecnico e un bravo allenatore. Questo aspetto dei risultati credo sia momentaneo. Bisogna avere pazienza, la qualità dei giocatori c’è e, ripeto, Paolo Bianco è bravo. Io inviterei i tifosi ad avere pazienza ed a rispettare le strategie di una società che può essere tranquillamente considerata un vanto per la città. Non conosco personalmente la famiglia Rivetti, ma ho visto quello che di buono hanno fatto sino adesso. Per la mia esperienza posso dire che bisognerà aspettare le uiltime dieci giornate, sono quelle che in Serie B diventano decisive, bisognerebbe che la squadra arrivasse a quel punto tra il sesto e il decimo posto".

Baraldi arrivò alla dirigenza del Modena nel 2006: "Il Modena era sest’ultimo in classifica, aveva perso a Catanzaro. Mi chiamò Amadei, che aveva preso Viscidi in panchina al posto di Pioli, ma lui aveva perso quattro partite su quattro. Mi disse che mi consegnava le chiavi del Modena perchè aveva fiducia in me e che non voleva retrocedere. Gli risposi che sarei venuto soltanto se avessimo riportato Pioli in panchina. Pioli tornò, e nelle ultime tredici partite non abbiamo mai perso, vincendone almeno una decina. Grande rimonta e il Modena arrivò quinto, andammo ai playoff e uscimmo contro il Mantova con due pareggi, e fuori casa per poco all’ultimo secondo non fa gol Frezzolini. La mia prima parte da presidente fu meravigliosa, nella mia città" Baraldi poi raccora delle difficoltà dell’anno successivo e del suo addio. "L’anno dopo rifacemmo la squadra, cambiammo tanto anche in società. Arrivò Bonato come direttore sportivo e tanti giovani giocatori che prendemmo arrivarono poi a giocare stabilmente in serie A. Chiesi a Sacchi di fare il direttore tecnico, avevamo lavorato insieme tanto tempo a Parma, ma lui all’epoca aveva altri progetti e declinò l’offerta. Per la panchina rimasi in dubbio tra Ballardini e Zoratto, poi scegliemmo quest’ultimo con Apolloni vice. In città si erano create grandi aspettative, Amadei era comunque sempre il proprietario la società era solida ma lui doleva gradatamente ridurre il suo impegno arrivando poi a cedere la società. Non mi trovai più d’accordo sul modo di gestire determinate cose all’interno della società, e siccome volevo bene ad Amadei, pur di non arrivare ad uno scontro con lui ho preferito andarmene. Per me è ancora una grande ferita, io credevo in quel percorso che avevamo cominciato a fare. La famiglia Sghedoni mi aveva appoggiato totalmente e Kerakoll era diventato il main sponsor della squadra, avevo presentato il nostro piano all’Associazione Industriali e la città era dalla nostra parte. È per me, ripeto, una ferita ancora aperta".