STEFANO FOGLIANI
Sport

Sei minuti terribili, il Sassuolo cade con la Roma ’Rigoretto’ e deviazione: il ko è in rimonta

Buon primo tempo e vantaggio con Henrique (il migliore), ma nella ripresa l’espulsione di Boloca dà il la a un’altra partita dal sapore amaro

Sei minuti terribili, il Sassuolo cade con la Roma ’Rigoretto’ e deviazione: il ko è in rimonta

Sei minuti terribili, il Sassuolo cade con la Roma ’Rigoretto’ e deviazione: il ko è in rimonta

Torna sulla terra, il Sassuolo, dopo la vittoria di Empoli. E perde. Ma tiene a lungo testa alla Roma, la squadra di Dionisi, ma cede in rimonta, fatalmente azzoppata dall’epulsione di Boloca e punita oltre i suoi demeriti dai due episodi che decidono la gara, ovvero un ’rigoretto’ e una deviazione che rende imparabile il tracciante con cui Kristensen imprime la curva giusta al match. Il tutto in sei terribili minuti.

La Roma sale, con Mourinho che alla vigilia si era detto preoccupato del Var ma altri toni avrà nel dopogara anche nei confronti dell’arbitro Marcenaro, il Sassuolo scende. Ma per quel che si visto ieri è ben vivo, e a questo si sta. La prima notizia è che il Sassuolo non subisce gol nei primi 5’ di gioco, interrompendo una consuetudine cominciata il 28 ottobre. La seconda che resiste anche oltre il 10’, quando Consigli depotenzia Dybala. E che proprio su questa inedita impermeabilità difensiva i neroverdi cominciano la paziente costruzione di una partita possibile. La Roma usa più il fisico che la tecnica, per manovrare, e usa la stessa pazienza del Sassuolo: niente aggressioni, per i due undici, ma un aspettarsi reciproco che suggerisce approccio più manovriero, ma lascia comunque spazio. E quello che non se lo prende, nel primo terzo del match, una Roma non brillantissima, se lo prende il Sassuolo, letale la prima volta che arriva a ‘tiro’ di Rui Patricio.

Il piede, nell’azione, ce lo mettono Laurientè e Berardi, la spinta giusta al pallone del vantaggio Henrique. La Roma, invece? Di fatto comincia qui la sua gara, nel senso che il presidio della metà campo neroverde è quasi prepotente, non meno di alcune rudezze gratuite che Mancini, Ndicka e Karsdorp non risparmiano ai neroverdi, ma per trovare tracce giallorosse sul match serve tempo. Dybala al 41’, tuttavia è solo un’ipotesi, come la è Thorstvedt, ad un passo dal raddoppio 1’ dopo ma sufficientemente vicino al gol da indurre Mourinho a cambiare. Con Kristensen e Azmoun, in effetti, ala Roma si fa più profonda. Al 50’ Lukaku non va oltre Consigli, 5’ dopo Azmoun non trova la porta ma i segnali sono quelli, brutti per il Sassuolo. E si fanno bruttissimi quando (18’ s.t.) Marcenaro espelle Boloca, lasciando i neroverdi in 10.

Qui comincia un’altra gara: Mourinho aggiunge ai suoi anche El Shaarawy e Pellegrini, ma per agguantare i neroverdi ha bisogno di un rigore (Kristensen procura, Dybala trasforma) e per superarlo di un altro episodio ai limiti della casualità, ovvero una conclusione di Kristensen deviata improvvidamente da Tressoldi. Con un gol – e un uomo – in meno per il Sassuolo diventa notte, e quando Racic spedisce in curva la palla del 2-2 il buio, già fitto, non lascia scampo ai neroverdi.

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