Libero di picchiare, arrestato e rilasciato: aggredisce tre divise e minaccia il sindaco

Dopo le violenze di domenica, il 40enne martedì è tornato a Gradara. Ha slogato un polso a un carabiniere. Divieto di dimora nella provincia

Un carabiniere (foto d’archivio)

Un carabiniere (foto d’archivio)

Gradara (Pesaro Urbino), 31 agosto 2023 – Era appena stato rimesso in libertà dopo aver spaccato il naso a un carabiniere domenica scorsa, che è tornato ad aggredire un agente della municipale e l’altra sera ancora un carabiniere dopo che aveva di nuovo seminato panico e caos a Gradara oltre a minacciare di morte il sindaco del borgo, accusandolo "di non fargli vedere i figli".

Finito di nuovo in arresto, per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni, anche questa volta il “picchiatore delle divise“, un 40enne pesarese, residente a Gradara, è tornato libero, ma fuori dalla provincia di Pesaro e Urbino.

Il giudice Lorena Mussoni, ha accolto la richiesta della procura e gli ha imposto la misura del divieto di dimora nel nostro territorio. Su richiesta del comando dei carabinieri, ha ricevuto anche un avviso orale del Questore. Se dovesse rimettere piede nel pesarese, questa volta si spalanca una cella.

E glielo ha ribadito ieri anche il giudice: "Questa è la seconda possibilità che le diamo, viste le sue problematiche, ma non ne approfitti. E non si faccia più vedere nel territorio o finisce in carcere". Se l’avvertimento è stato recepito, si vedrà. Il 40enne ha negato gli addebiti, sostenendo che il carabiniere si sia fatto male da solo.

Ma per capire il valzer di aggressioni, arresti e condanne, rimettiamo le lancette a domenica scorsa.

E’ mattina e il 40enne, visibilmente alterato, entra nel cuore di Gradara. Comincia a sfottere la polizia municipale, finge di dirigere il traffico, si stende a terra, infastidisce passanti e locali del borgo. Sembra che se la sia presa anche con un assessore, spintonandolo, ritenendo anche lui responsabile del fatto che non gli fanno vedere i figli.

A quel punto sono intervenuti i carabinieri e il pesarese, invece di placarsi, si è lanciato come un ariete contro il comandante della stazione di Gabicce Mare, Cesario Indino, e lo ha centrato al volto con una testata, fratturandogli il naso. Sono scattate le manette, ma il giorno dopo ha patteggiato a 10 mesi per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni gravi. Pena sospesa e quindi di nuovo a piede libero.

Ma qualche ora più tardi, di nuovo alterato, ha avuto un confronto con la municipale di Gabicce, fino a mettere le mani al collo a un agente. Denunciato.

Martedì sera, torna di nuovo alla carica. Ubriaco (anche se lui lo ha negato), si ripresenta a Gradara. Entra nei vari locali, urla, minaccia, spaventa ristoratori e clienti, si stende per terra.

Poi insiste per salire sul camminamento delle mura. E’ chiuso, ma gli operatori, spaventati, gli fanno lo stesso il biglietto. Lui sale, lo infila nel tornello che ovviamente non si muove. E si infuria.

Arrivano i carabinieri. Scatta il parapiglia e nella colluttazione, sloga il polso a un militare. Finisce in manette. Passa la notte nella cella a Urbino.

Ieri, dopo la convalida dell’arresto, il nuovo provvedimento del giudice. Il suo avvocato, Margherita Nocito, chiederà l’abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica il prossimo 26 settembre.

e. ros.