Andreani, l’uomo che guida l’Europa dell’immunogenetica: "Tutto iniziò con Lucarelli"

Il dottor Marco Andreani, biologo pesarese, è stato nominato presidente della Federazione Europea di Immunogenetica. Egli ha dedicato la sua vita alla ricerca scientifica, alla ricerca di standard uniformi e alla campagna contro la talassemia. È stato riconosciuto come Cittadino 2023 per il suo lavoro.

Andreani, l’uomo che guida l’Europa dell’immunogenetica: "Tutto iniziò con Lucarelli"

Andreani, l’uomo che guida l’Europa dell’immunogenetica: "Tutto iniziò con Lucarelli"

C’erano i figli della Lupa e oggi c’è invece alla ribalta un figlio della Lupo di Pantano, dove cestisticamente è nato: il pesarese dottor Marco Andreani, biologo, classe 1954.

Tanto per non lasciarci vagare nella nebbia della nostra ignoranza, ci spieghi prima di tutto cos’è l’immunogenetica.

"E’ la scienza che studia la compatibilità fra paziente e donatore di organi solidi e di cellule staminali in ematologia".

E cos’è invece l’Efi di cui lei è stato nominato presidente?

"E’ la società scientifica sorta quarant’anni fa, la Federazione europea di immunogenetica, con sede a Leiden in Olanda che associa 1.500 iscritti".

Quali i compiti principali della società?

"La ricerca scientifica e anche la ricerca di uniformità degli standard dei laboratori europei, compito spettante ad un corpo di 100 ispettori".

Uno slogan che definisca l’importanza di quel che fa la società?

"I trapiantisti di organi non potrebbero far nulla senza gli immunologi".

Come e quando è stato nominato presidente e quanto dura la carica? "Sono stato nominato all’unanimità dall’assemblea dei soci a Ginevra, a maggio entro in carica effettiva per la durata di tre anni".

La sua storia personale ma anche professionale è radicata a Pesaro ... "Assolutamente, nel 1980 sono stato biologo collaboratore del professor Guido Lucarelli nella grande avventura dei trapianti in talassemia; nel 2004 sono passato all’Ime di Roma e dal 2018 sono direttore del Laboraorio di Immunologia del Bambin Gesù di Roma, dipartimento diretto dal professor Franco Locatelli".

Ma in mezzo c’è anche tanto studio e specializzazione per il mondo.

"Sono stato quasi tre anni negli Stati Uniti con alcune borse di studio: un anno a Milwaukee grazie al Centro di ricerca sul cancro; un anno a Seattle col professor Donall Thomas, vincitore del premio Nobel, grazie alla Fondazione Berloni contro la Talassemia e sei mesi in Minnesota".

Lei ha anche vissuto le gloriose stagioni della campagna contro la talassemia del team del professor Guido Lucarelli nei paesi del medio oriente, soprattutto in Palestina assieme anche al dottor Ilja Gardi.

"Sì, sono stato a Ramallah in Palestina, erano gli anni 2006 e 2007".

Probabilmente eravate fra le persone più famose al mondo per la vostra missione al di sopra di ogni guerra e divisione. Questa designazione del giornale come Cittadino 2023 è qualcosa di più domestico, ma come la considera?

"Innanzitutto sono felicemente stupito, dopo anni passati lontano da Pesaro non pensavo che qualcuno si ricordasse di me nel senso professionale. Direi che penso di non meritarmelo, ma direi altrettanto che mi fa molto piacere".

f. b.