"Avevo solo l’estintore del pullman, non c’era altro"

Il drammatico racconto di Michele Galeotti, l’unico automobilista di passaggio in quel pomeriggio del 27 dicembre scorso a scendere dall’auto...

"Avevo solo  l’estintore del pullman, non c’era altro"

"Avevo solo l’estintore del pullman, non c’era altro"

Il drammatico racconto di Michele Galeotti, l’unico automobilista di passaggio in quel pomeriggio del 27 dicembre scorso a scendere dall’auto e correre in aiuto di chi era rimasto coinvolto nello schianto nella galleria di Urbino, è sconcertante: "Ho visto fare delle foto ai mezzi ma sei macchine hanno proseguito la marcia senza fermarsi ad aiutare". E conferma la gravissima mancanza di un sistema antincendio all’interno del tunnel che avrebbe potuto evitare il rogo dell’ambulanza con i 4 corpi all’interno e del pullman. Parole, quelle di Galeotti, che sembrano confermare anche le conclusioni dell’autopsia sui corpi di Stefano Sabbatini, l’autista del 118, Cinzia Mariotti, l’infermiera, di Sokol Hoxha, il medico e di Alberto Serfilippi di 85 anni, il paziente che veniva portato in ospedale. L’autopsia aveva accertato che la morte per tutti loro è avvenuta prima dell’incendio, dovuta all’onda d’urto dello schianto contro il pullman che viaggiava in senso opposto. La testimonianza dell’autista del bus proveniente da Grottammare, è stata subito precisa: "Ho visto l’ambulanza venirmi addosso. Ho suonato il clacson e azionato gli abbaglianti ma è stato tutto inutile. L’ambulanza è venuta dritta contro il pullman".

Un elemento importante per le indagini è il rilevamento della velocità che aveva il mezzo diu soccorso proveniente da Fossombrone e diretto all’ospedale di Urbino per un problema respiratorio dell’anziano paziente. Era in codice giallo, senza sirena e non c’era alcuna fretta di arrivare in pochi minuti. Era una visita ospedaliera quasi di routine. Eppure qualcosa ha spinto il 118 ad accelerare, forse per un peggioramento del paziente. Ma ormai nessuno potrà dirlo.