Balneari, è tutto congelato. Pesaro attende il governo

L’assessore Pozzi: "Andiamo avanti con la decisione presa nel 2019, cioè di estendere fino al 2033. Grande confusione, aspettiamo cosa dirà Roma".

"La confusione che regna è disarmante sulle concessioni balneari – dice l’assessore Riccardo Pozzi – anche perché abbiamo avuto due riunioni in Regione prima di Natale ma non è emersa nessuna linea e nessuna indicazione. Così in Ancona e così anche a Roma".

E allora cosa accade?

"Che per quello che riguarda il nostro comune noi andiamo avanti con la decisione presa nel 2019 e cioè di estendere le concessioni balneari fino al 2033. Naturalmente il tutto in attesa di capire cosa vorrà fare il governo a livello centrale e quindi capire quale sarà la linea anche a livello regionale. Per il momento non ci sono linee guida. Fra l’altro il Consiglio di Stato ha riternuto che la scelta fatta dalla nostra amministrazione nel 2019 ha le carte in regola. Come noi farà sicuramente il Comune di Gabicce che ha fatto lo stesso percorso così come Mondolfo".

Quindi l’assessore Riccardo Pozzi prosegue allargando il problema: "Perché dietro questa situazione di incertezza non ci sono solamente i bagnini ma anche tutto l’indotto che gira intorno. Perché ci sono i bar, ci sono anche le aziende che vendono i lettini e gli ombrelloni. In una situazione di incertezza come quella attuale quale concessionario di spiaggia farà la prossima stagione investimenti e questo andrà a pesare sull’accoglienza".

Pesaro e Gabicce portano avanti la situazione in essere in attesa di nuove disposizioni che potrebbero arrivare alla fine del prossimo mese. Per il resto dei bagnini la linea che viene indicata dal ministro Matteo Salvini è quella di una proroga di un anno delle concessioni e poi si vedrà.

Il problema in soldoni non fa alzare per il momento nessuno

dallo sdraio "anche perché la circolare governativa parla di estensione per un anno delle concessioni balneari – dice Andrea Giuliani della Confartigianato. Non si parla di proroga per un anno perché questa parola non è gradita dall’Unione Europea per cui si parla di ’estensione’. Tutte le nostre amministrazioni sono nella stessa situazione. Certo che si è davanti ad un problema che va comunque risolto anche perché, solo restando nell’ambito provinciale, lungo tutta la nostra riviera ci sono circa 160 concessioni balneari che occupano durante tutto il periodo estivo circa duemila persone. E ci sono concessionari che hanno alle loro dipendenze anche una ventina di persone".