"Bimbe moleste, noi parenti cacciati dalla chiesa"

Fedeli protestano con il parroco di Colbordolo, ma lui: "Volevo solo che si allontanassero momentaneamente. Mi hanno aggredito"

La chiesa di San Giovanni Battista a Colbordolo (archivio)

La chiesa di San Giovanni Battista a Colbordolo (archivio)

di Benedetta Iacomucci

Per loro erano solo due bimbe che gironzolavano per la chiesa; per il parroco, che in quel momento diceva messa, erano invece due presenze tanto chiassose da impedire di seguire l’omelia. La contrapposizione tra le due valutazioni è finita nel peggior modo: 13 persone (parenti delle piccole) hanno lasciato i banchi della chiesa di San Giovanni Battista a Colbordolo a metà della messa (in cui tra l’altro avrebbero dovuto commemorare i loro defunti) e c’è stata pure una coda polemica sul sagrato. Racconta Maria Avella, una delle partecipanti alla funzione: "Io e tutta la mia famiglia, 13 persone più 2 bimbe di 1 anno e mezzo e 3 anni, lunedì mattina ci siamo riuniti per una messa per i nostri cari defunti. A messa iniziata le bimbe hanno incominciato a farsi sentire girando per la chiesa. Erano incuriosite, niente di più. La mamma, sola, non riusciva a star dietro alle due bimbe, ma allo stesso tempo non voleva mancare alla cerimonia".

Poi la situazione precipita: "A un certo punto il parroco, mentre dice la messa, mi ordina di portare le bimbe fuori perché ’quello – dice – non è un parco giochi’. Gli ho risposto che lui non poteva mettere alla porta nessuno perché quella era la casa del Signore ma lui ha insistito. La mamma delle bimbe se ne è andata e di conseguenza tutta la famiglia – 13 persone – l’ha seguita fuori. La chiesa praticamente si è svuotata perché in quel momento c’erano poco più di 20 persone. Alla fine della messa sono andata fuori dalla porta della sacrestia per dirgli che quella non era casa sua ma la casa di tutti. Il parroco chiedendomi di dove fossi mi dice di tornarmene a Modena in grazia di Dio".

Ma don Richard, parroco di San Giovanni Battista, racconta un’altra storia: "Noi abbiamo tanti bambini in parrocchia, che hanno tutto il diritto di giocare – premette –. Però anche i parrocchiani hanno il diritto di seguire la messa. Queste bambine avevano iniziato a correre già prima dell’inizio, poi continuavano durante il Gloria, e giunti alla liturgia della parola il chiasso era tale che non si riusciva a seguire le letture. Quello che io avrei voluto dire alla signora era che le bambine avrebbero potuto essere momentaneamente accompagnate nel salone della parrocchia con una catechista che era presente in chiesa in quel momento ed è pure psicologa. Ma non è stato possibile perché la signora si è subito irrigidita, ha reagito emotivamente e con lei tutto il gruppo. Sono rimasto basito. Noi abbiamo continuato la messa ma quando sono uscito c’era questa signora che mi aspettava e ha iniziato a inveire. Le ho detto che avrebbe dovuto avere un tono pacato e civile, poi sono stato costretto a salutarla perché avevo un’altra messa da celebrare a Talacchio. Però vorrei dire una cosa: io non conosco queste persone, mi hanno detto di essere di Modena con parenti del posto. Però se decidessero di tornare, ben volentieri". Insoma, un ramoscello d’ultivo. A Pasquetta, ci vuole.