
Modena, 23 luglio 2025 – È arrivata la condanna a 30 anni di carcere per Mohamed Gaaloul, unico imputato del delitto di Alice Neri. Ma condanna anche al pagamento delle spese processuali e alla misura di sicurezza della libertà vigilata per cinque anni. La giovane è stata accoltellata con 7 fendenti ed è stata trovata morta carbonizzata nel bagagliaio della sua auto a Fossa Concordia sulla Secchia. Era il 18 novembre 2022 e aveva 32 anni. Secondo gli inquirenti, l'uomo e la vittima non si conoscevano. L'uomo avrebbe avvicinato la donna in un bar e poi sarebbe salito sulla sua auto.
Un applauso, un grido ‘di giustizia’ . Alla pronuncia della sentenza della corte d’Assise contro Mohamed Gaaloul, in aula tanti presenti hanno esultato. L’imputato invece ha dichiarato all’esito del giudizio di essere innocente. Lo ha ribadito più volte sostenendo che lui ‘dormirà sereno’.
30 anni dunque come aveva richiesto la pubblica accusa rappresentata dai pm Amara e Natalini. In aula i parenti della vittima, mamma e fratello di Alice, si sono stretti in un lungo abbraccio. L’avvocato che rappresenta l’imputato, Roberto Ghini, ha invece annunciato l’appello contro quella che reputa una sentenza assurda, che non è basata su alcuna prova (video).
Riguardo le parti civili, disposti come risarcimento 1 milione di euro alla figlia piccola della vittima (ora ha 7 anni), 600mila alla madre Patrizia Montorsi e 200mila al fratello Matteo Marzoli. 10mila per Udi e Casa delle donne contro la violenza (ciascuna).
Il marito della vittima, Nicholas Negrini, tramite il proprio avvocato aveva scelto di uscire dal procedimento ritenendo che le indagini non fossero state condotte in modo adeguato, approfondito. “Non vogliamo un colpevole ma il colpevole”, aveva dichiarato. Oggi però secondo la famiglia della vittima, Alice ha avuto finalmente giustizia.
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Soddisfatti gli avvocati di parte civile, che rappresentano la mamma e il fratello della vittima, Cosimo Zaccaria e Marco Pellegrini: "È stato un processo complesso, difficile ma siamo riusciti a dimostrare la responsabilità dell'imputato oltre che a proteggere il più possibile l'onorabilità di Alice Neri che in più passaggi da parte di più soggetti in questo processo purtroppo è stata calpestata". L'avvocato Pellegrini ha aggiunto: "Credo che i carabinieri abbiano fatto un lavoro incredibile, così come la procura della Repubblica. C'è stata una vittimizzazione secondaria che non abbiamo gradito. Alice era una ragazza eccezionale e ha lasciato tracce di sé in tutti quanti".
"Io sono l'unica che esce perdente da tutto", ha detto la madre di Alice Neri, Patrizia Montorsi, all'uscita dall'aula dopo la lettura della sentenza della Corte d'assise per il femminicidio della figlia. "Non la chiamo giustizia, giustizia sarebbe avere qua mia sorella. Questa è l'applicazione della legge", ha detto il fratello, Matteo Marzoli.
"Usmia Carabinieri ritiene doveroso sottolineare la determinazione, la professionalità e la resilienza degli inquirenti, che hanno condotto un'indagine complessa e articolata, fondata su rilievi tecnici, analisi forensi, intercettazioni e testimonianze con una collaborazione internazionale, riuscendo a ricostruire un quadro probatorio solido e credibile. Allo stesso tempo, stigmatizziamo con fermezza le critiche infondate e talvolta strumentali rivolte nel tempo agli inquirenti. Alcune esternazioni pubbliche, spesso prive di fondamento, hanno tentato di minare l'operato delle forze dell'ordine, andando oltre il diritto di cronaca e sconfinando nella denigrazione gratuita. La sentenza odierna è anche una risposta chiara e inequivocabile a tali accuse: essa riconosce il valore di un lavoro investigativo svolto con abnegazione, senso del dovere e rispetto delle regole". Lo scrive in una nota Alfonso Montalbano (Usmia Carabinieri).
"Sono fiero del lavoro fatto col mio studio, non soddisfatto del risultato", ha aggiunto Ghini, il legale di Gaaloul. "Avevo invitato la Corte a essere coraggiosa, laica, lucida, razionale. Non lo è stata, perché le prove non ci sono per arrivare a una sentenza tale. Quindi confido serenamente nell'Appello".
Alle parti civili, disposti come risarcimento 1 milione di euro alla figlia piccola della vittima (ora ha 7 anni), 600mila alla madre Patrizia Montorsi e 200mila al fratello Matteo Marzoli. 10mila per Udi e Casa delle donne contro la violenza (cifra per ciascun ente). Galooul dovrà anche pagare le spese processuali delle parti civili.

"Lui (Gaaloul, ndr) è sereno, ha ribadito il fatto di voler andare avanti. Il prossimo passo sarà l'appello. Se ci sono sentenze che sovente vengono ribaltate sono proprio quelle in corte d'Assise. In corte d'Assise pesa molto l'istinto non la razionalità. Dal punto di vista razionale questa sentenza non può stare in piedi. Sono certo che faremo un atto di appello che possa ribaltare il risultato", sono le parole del legale che difende Mohamed Galooul, Roberto Ghini (video).

Un lungo abbraccio tra la mamma della vittima e il fratello alla pronuncia della sentenza e un applauso alla presidente della corte, la dottoressa Ester Russo.

Gaaloul uscendo dall'aula, appena sentita la sentenza, ha gridato: "Io non sono colpevole".

La sentenza è stata pronunciata dalla Corte D’Assise - presieduta dalla dottoressa Ester Russo. Condannato il 30enne tunisino Mohamed Gaaloul, unico imputato per la morte di Alice Neri. La pubblica accusa, rappresentata dai pm Amara e Natalini, aveva chiesto 30 anni per l’imputato, accusato di omicidio volontario e distruzione di cadavere.
La corte d’Assise, presieduta dalla dottoressa Ester Russo, si era riunita alle 10.15 e si era ritirata in camera di Consiglio per la decisione