VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Omicidio Alice Neri, chiesti 30 anni per Gaaloul. Il marito esce dal processo

L’avvocato di Nicholas Negrini, l’ex pm Ingroia, ribadisce invece perplessità sulle indagini e ne chiede di nuove. Il delitto della giovane mamma di Ravarino risale alla notte tra il 17 e il 18 novembre del 2022. La sentenza è attesa per luglio

Omicidio Alice Neri, chiesti 30 anni per Gaaloul. Il marito esce dal processo

Modena, 11 giugno 2025 – Trent’anni di carcere. È la pena chiesta in aula dalla pubblica accusa - rappresentata dai pm Natalini e Amara - contro Mohamed Gaaloul, il tunisino 30enne imputato per l’omicidio volontario della giovane mamma di Ravarino Alice Neri. Mentre il vedovo Nicholas Negrini revoca la costituzione di parte civile.

Il processo è in corso davanti alla corte d’Assise presieduta dalla dottoressa Ester Russo. Il delitto, lo ricordiamo, risale alla notte tra il 17 e il 18 novembre del 2022: la 32enne fu uccisa a coltellate e data alle fiamme all’interno della sua auto. Gaaloul ha sempre respinto le accuse. 

Alice Neri, di recente è stato disposto il dissequestro della salma della giovane mamma di Ravarino al fine di permettere alla famiglia di darle una degna sepoltura a tre anni quasi dal delitto
Alice Neri, di recente è stato disposto il dissequestro della salma della giovane mamma di Ravarino al fine di permettere alla famiglia di darle una degna sepoltura a tre anni quasi dal delitto

"Chiedo di condannare Gaaloul per omicidio e soppressione di cadavere - ha affermato in aula il pm Natalini - alla pena più alta possibile”.

Successivamente ha preso la parola l’ex pm Antonio Ingroia che rappresenta il vedovo della vittima Nicholas Negrini.

Ingroia ha ribadito perplessità sullo svolgimento delle indagini sottolineando come il marito della vittima pretenda giustizia. A sorpresa il vedovo di Alice Neri, esce dal processo, ad annunciarlo in aula al termine dell’arringa l’avvocato Ingroia. 

“Negrini vuole che si individui il colpevole e non un colpevole”, ha insistito in aula l’avvocato Ingroia specificando come il movente del delitto non sia mai stato scoperto. Nel corso della discussione l’avvocato ha più volte fatto riferimento al cosiddetto terzo uomo - collega della vittima - sostenendo come le indagini anche in questa direzione siano state svolte in maniera superficiale. Ritenendo che non si sia andati oltre il ragionevole dubbio Ingroia non ha chiesto la condanna dell’imputato, ma ha anzi chiesto che gli atti tornino alla procura per nuove indagini. Ritirata poi la costituzione di parte civile del suo assistito.

La sentenza è attesa per luglio.

Nel corso della precedente udienza la corte aveva disposto il dissequestro della salma della giovane mamma al fine di permettere alla famiglia di darle una degna sepoltura e - a tre anni quasi dal delitto - l’ultimo sofferto addio.