Borgo S.Maria, i palazzi pericolanti. Il Comune si riprende 132mila euro. A pagare i proprietari delle case

Si chiude dopo circa 40 anni uno dei contenziosi più longevi che aveva l’amministrazione comunale. La causa era iniziata nel 1987, dieci anni dopo l’ente era stato condannato a risarcire, poi assolto in appello.

Borgo S.Maria, i palazzi pericolanti. Il Comune si riprende 132mila euro. A pagare i proprietari delle case

Borgo S.Maria, i palazzi pericolanti. Il Comune si riprende 132mila euro. A pagare i proprietari delle case

I proprietari di tre condomini di Borgo Santa Maria devono restituire 137mila 376 euro al Comune di Pesaro. E non c’è più margine di trattativa sul conteggio, visto che il tira e molla è durato quasi 40 anni, tra sentenze, ricorsi, appelli, Cassazione, perizie infinite e morte di alcuni dei protagonisti. Il pagamento da parte di circa 40 famiglie, deve avvenire entro un mese, forse meno. I proprietari degli appartamenti hanno accettato l’accordo altrimenti avrebbero dovuto pagare anche gli interessi legali dal 2003 ad oggi, e non era il caso.

E’ la storia dei condomini denominati in zona Peep denominati Ippocastano I e II e il Vigneto, in via monte Rosa a Borgo Santa Maria, in collina. Poco dopo la costruzione, i proprietari vedono i muri percorsi da crepe profonde. Il terreno scivola a valle. Nel 1987 inizia la causa dei proprietgari contro il Comune, che individuò l’area dove far costruire, il progettista, la ditta e il direttore lavori. Nel 1997, il processo di primo grado si chiuse con la condanna generalizzata del Comune e degli altri stabilendo un risarcimento danni in favore dei proprietari per circa mezzo miliardo di lire (solo il Comune pagò agli inquilini 253 milioni di lire). Ma il Comune fece ricorso e in secondo grado, nel 2003, venne assolto con una formula strana. In pratica i tecnici comunali, secondo i giudici, non sarebbero stati nella condizione di stabilire se il terreno fosse adatto o meno alla costruzione dei palazzi. Conferme delle condanne invece per gli altri e intimazione ai condomini coinvolti di restituire i soldi ricevuti in primo grado dal Comune. Il che non avvenne.

Da quel momento, sono passati 21 anni, tra cause, altre perizie, decessi nel frattempo del progettista condannato ingegner Pietro De Biagi, che si professò innocente fino alla fine visto che le case, malgrado ci fosse stata nel 2000 anche un’ordinanza di evacuazione per l’Ippocastano I, per il pericolo crollo, sono ancora tutte abitate. Nel frattempo è deceduto anche l’avvocato storico delle famiglie, il legale Maurizio Della Costanza, e al suo posto è subentrato l’avvocato Mauro Mengucci affiancandosi ai legali Barbieri e Mariotti.

Si legge nella delibera di giunta che accetta la transizione: "L’Amministrazione comunale, in considerazione dei gravissimi danni subiti dalle parti private in seguito ai vizi progettuali degli immobili di loro proprietà aveva deciso di “soprassedere” dal procedere al recupero di quanto corrisposto ai proprietari in attesa della definizione complessiva dei giudizi. Lo studio Legale Stecconi per conto del Comune ha inviato sempre domande nei confronti dei Condomini per la restituzione di quanto da essi indebitamente percepito per evitare il maturarsi della prescrizione. Nel 2017 è stata dichiarata l’inammissibilità dei ricorsi promossi e il contenzioso poteva considerarsi concluso. Così a distanza di altri 7 anni si è chiuso tutto con la restituzione senza aggravi di 132mila euro.

ro.da.