Brilla il Sole che illuminò la regina di Svezia

Ludovico Castruccio Castracane degli Antelminelli sabato e domenica aprirà il suo meraviglioso palazzo per le Giornate del Fai

Brilla il Sole che illuminò la regina di Svezia

Brilla il Sole che illuminò la regina di Svezia

di Silvano Clappis

È un autentico bijoux, un gioiello di Fano, uno dei tanti, che viene aperto per la prima volta alla visione pubblica: si tratta del Palazzo Castracane che i discendenti della nobile famiglia toscana ha voluto gentilmente inserire nelle giornate del Fai in programma domani e domenica. Il palazzo si estende tra due vie, via Garibaldi e l’omonima via di fronte alla Biblioteca Federiciana e risale alla fine del XIV secolo, anche se di quel periodo rimangono poche tracce a causa di un completo rifacimento in epoca rinascimentale.

"Ci siamo trasferiti qua nel Quattrocento da Lucca – racconta Ludovico Castruccio Castracane degli Antelminelli – dopo che il nostro antenato Castruccio Castracane degli Antelminelli, condottiero di ventura, durante l’assedio di Firenze morì in circostanze misteriose, forse avvelenato. Così perso il potere politico e militare in quel di Lucca abbiamo preso questa casa e ci siamo messi sotto la protezione dei Malatesta prima e della Chiesa poi".

Il capostipite è citato da Niccolò Machiavelli ne “Il Principe“: "Castruccio Castracani cittadino di Lucca ne divenne signore (1316); e perché era giovane, ardito e feroce, e nelle sue imprese fortunato, in brevissimo tempo principe de’ Ghibellini di Toscana divenne".

Le peripezie guerresche del giovane, figlio di una ricca famiglia lucchese dedita alle attività mercantili e creditizie, sono raffigurate pure sulle pareti del Salone del Sole, ad opera forse di Federico Zuccari, o del Cavalier d’Arpino, oppure di Cristoforo Roncalli detto Pomarancio.

Fatto sta che proprio il Salone del Sole è il “pezzo forte“, il luogo più affascinante di Palazzo Castracane. Oltre agli affreschi, il salone ha un soffitto a cassettoni dal quale pende una lumiera dorata a forma di sole raggiante fatta costruire per colpire l’immaginazione di Cristina di Svezia in visita al Palazzo.

"La regina – afferma Ludovico Castracane – era una donna intelligente, amante delle lettere e arti, con un particolare interesse per l’esoterismo. Un artigiano del luogo realizzò questo enorme sole esoterico che si abbassa con una carrucola per metterci le candele".

Ma c’è anche dell’altro come, ad esempio, la sala d’ingresso dove si potranno osservare i preziosi cimeli sfereografici, due globi, uno celeste l’altro terrestre, creati da Vincenzo Coronelli (1650-1718), maestro nell’arte cartografica e sfereografica italiana o la “stanza delle facce“ dove sono raffigurati tutti i discendenti fino ai nostri giorni. Insomma una straordinaria occasione per un tuffo nella storia cittadina e nazionale, grazie al ruolo che la famiglia Castracane ha assunto in alcune vicende della storia del nostro paese a partire dal capostipite. Della famiglia Castrane meritano di essere ricordati alcuni esponenti. Alessandro Castracane (1583 - 1649) abile diplomatico e Nunzio Apostolico in Savoia e in Portogallo al tempo di papa Urbano VIII, fu nominato vescovo di Fano nel 1643. Nella cattedrale di Fano, si può ancora ammirare il suo fastoso monumento funebre sulla parete della Cappella Battistero. Francesco Castracane (1817-1899) fu un famoso botanico e crittogamico, che si dedicò alla sperimentazione del procedimento fotografico applicato alla microscopia. Da ricordare anche Antonio Castracane (1858-1909), musicista e compositore, Guido Castracane, primo presidente della Cassa di Risparmio di Fano per quasi trent’anni che diede come sede prestigiosa, restaurandolo, un palazzo malatestiano e che si oppose vittoriosamente alla nazionalizzazione della banca da parte del Regime fascista. Pagò, inoltre, di propria tasca alcuni mutui per la motorizzazione delle barche da pesca laddove alcuni armatori non riuscirono a far fronte all’impegno economico.

Suo fratello, Castruccio Ludovico, fu il primo aviatore dirigibilista della Marina Militare; fu preso prigioniero dagli austriaci dopo il bombardamento di Fiume. Tale impresa lo avvicinò a Gabriele D’Annunzio che lo chiamò per partecipare all’impresa della presa di Fiume nel 1919 come comandante della Marina Legionaria Fiumana.